Scontri e tensione in Venezuela: nel Cilento una messa per la nazione

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Scontri e tensione in Venezuela: nel Cilento una messa per la nazione

Clima teso in Venezuela dopo le elezioni che hanno decretato Maduro presidente con uno scarto esiguo di voti. Maduro è quindi il successore di Hugo Chavez, ma i sostenitori di Capriles sostengono che le elezioni sono state falsate e hanno richiesto il riconteggio dei voti. Riconteggio che non c’è stato, anzi, sul social network Facebook sono apparse delle foto dove c’erano raffigurati diversi soldati che bruciavano le schede elettorali. E’ solo una foto, forse un fotomontaggio, ma è bastata per far scatenare l’ira degli oppositori.

A Caracas i «cacerolazos» scendono puntualmente in piazza per far rumore con oggetti di ferro in modo da rendere pubblico il dissenso verso questo governo. In più occasioni ci sono stati scontri, feriti e anche morti. «Per strada scende solo chi deve andare a lavoro» fanno sapere i cilentani emigrati in Venezuela. Il caos nel quale è immersa la nazione ha coinvolto anche i venezuelani residenti all’estero. L’opposizione ha creato un gruppo che prende il nome di «Comando Simon Bolivar». Questo gruppo durante le elezioni ha avuto il compito di rappresentare la lista di Enrique Capriles Radonski. Il Comando è intervenuto anche quando Capriles ha chiesto il riconteggio dei voti facendo appelli alla cittadinanza e lo stesso Comando sostiene che «i voti dei venezuelani all’estero non sono stati contati decretendo quindi vincitore Maduro».

Il gruppo, che porta il nome dell’ex presidente e liberatore del Venezuela, ha inoltre oltrepassato la frontiera per creare nuovi gruppi di volontari con lo stesso nome del Comando sparsi in tutto il mondo. Anche qui in Italia il Comando è presente e attivo. Il suo lavoro è fondamentale per chi vive lontano dalla propria terra. Inoltre, domenica alle ore 12, sarà celebrata nella cattedrale di Vallo della Lucania una messa per la pace e l’unione del Venezuela. «Visto che nel Cilento c’è una grande quantità di italo-venezuelani – fanno sapere gli organizzatori – è importante non dimenticare la Patria che tempo fa ci aprì le porte per lavorare, per mantenere una famiglia e garantirci un futuro».

LEGGI IL COMUNICATO STAMPA DEL «COMANDO SIMON BOLIVAR»

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