Feste religiose, il vescovo: «Sperperano soldi per cantanti famosi e fuochi d’artificio»

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Feste religiose, il vescovo: «Sperperano soldi per cantanti famosi e fuochi d’artificio»

Dal 27 aprile hanno valore le nuove norme giuridiche che disciplinano processioni e atti profani nelle manifestazione di fede cristiana. Il diritto canonico della diocesi di Vallo della Lucania, il vescovo Ciro Miniero e il cancelliere Pecoraro, si sono espressi in tal senso cercando di mitigare le esigenze del passato a quelle troppo spesso pagane del presente. L’evangelizzazione è uno dei pilastri della chiesa, ed è sorta la necessità di disciplinare la pietà popolare affinché un mero atto d’amore non si abbruttisse con fanatismo pagano.

Sperpero di denaro Quello di Miniero e degli altri vescovi della conferenza episcopale Campana è stato un vero e proprio attacco ai riti pagani che accompagnano le feste patronali: «Le numerose feste popolari organizzate nella nostra regione hanno spesso purtroppo la parvenza del sacro. Per questo motivo esse, svuotate del loro contenuto cristiano, non rendono credibile la fede da parte dei lontani, mentre i giovani le rifiutano perché prive di ogni valore di autentica testimonianza cristiana e i poveri le giudicano più una provocazione che un annuncio gioioso della salvezza».

Quindi l’attacco alle processioni e allo sperpero di denaro: «Le stesse processioni frequentemente si risolvono in estenuanti maratone di questuanti che offendono il decoro e il sacro e non sono certo segno di una Chiesa peregrinante – si legge nel documento –. Non è concepibile che una ‘festa religiosa’, che si qualifica quale pubblica manifestazione di fede, si riduca poi a manifestazione paganeggiante, con sperpero di denaro per il cantante famoso e per i fuochi artificiali».

Allora qual è la soluzione? Per i vescovi campani si parte dal disciplinare le offerte, chiedendo ai fedeli di non esibirle attaccando denaro alle statue, ma di richiuderle in appositi cesti; la carità cristiana di cui parlava il Cristo, infatti non è esibizionismo e non deve diventare un atto idolatrico. Viene inoltre stabilito di non portare più in processione ori votivi, ma di tenerli custoditi a memoria dei devoti. Le feste religiose dei singoli comuni non possono nella maniera più assoluta coincidere con le celebrazioni solenni della Pasqua, Ascensione, Pentecoste, Corpus Domini e Santissima Trinità. Tutto deve essere fatto cercando un compromesso che accordi il volere della terra a quello dei cieli, nell’eterno patto tra uomo e Dio. Le processioni, inoltre, non dovrebbero durare più di due ore; questo non è stato stabilito è semplicemente un invito del vescovo, il quale tende a precisare che la consuetudine della pietà popolare si riflette nella tradizione e che la tradizione è soprattutto memoria. Gli esempi nel nostro Cilento non mancano, abbiamo portato per anni barche d’oro in processione, Santi ricoperti dalla volgarità del denaro che corrompe il popolo di Dio, ci sono sacerdoti che spostano le feste religiose per onorare quelle profane. 

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