Caso usura a Camerota: il pm chiede il rinvio a giudizio, fissata l’udienza preliminare

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Caso usura a Camerota: il pm chiede il rinvio a giudizio, fissata l’udienza preliminare

E’ stata fissata per il 23 gennaio 2013 la data dell’udienza preliminare davanti al gup di Vallo della Lucania per i presunti componenti dell’associzione a delinquere finalizzata all’usura. L’atto con cui il gip annuncia l’udienza fa seguito alla richiesta di rinvio a giudizio depositata dal pm Renato Martuscelli, sostituto procuratore di Vallo della Lucania il 14 agosto scorso.

Dovranno quindi presentarsi davanti al giudice dell’udienza preliminare Domingo Troccoli, considerato dal pubblico ministero il «capo dell’organizzazione a delinquere», Vincenzo Siani che dalle indagini risulta «componente dell’organizzazione», insieme al padre Domenico Siani e alla sorella Antonia Siani, a Rita Rizzuti, la madre di Domingo Troccoli, Rita Marchese, la moglie, Luisa Troccoli, la sorella, Principio Riccio, il cognato e Vicente D’Alessandro che non risulta legato agli altri da rapporti familiari.

Nella richiesta di rinvio a giudizio il pm, delinea il «reato di associazione a delinquere» specificando che «Domingo Troccoli, Domenico Siani e Vincenzo Siani si associavano tra loro, con precisa e stabile ripartizione delle specifiche mansioni ed attribuzioni nella gestione delittuosa promossa ed organizzata al fine di costituire, promuovere, favorire e sostenere, in via stabile ed organizzata l’associazione a delinquere finalizzata all’usura».

Quanto a Domingo Troccoli «progettava, costituiva, promuoveva, ma soprattutto gestiva, l’associazione a delinquere, tenendosi in contatto quotidiano con Domenico Siani e Vincenzo Siani» scrive il pm nella richiesta di rinvio a giudizio aggiungendo quanto riportato di seguito nei virgolettati. Domingo Troccoli «era il perno principale dell’intera rete di rapporti stabili con le vittime, avendo nella sua disponibilità una serie di amicizie, capaci di indirizzare verso di lui e conseguentemente verso l’associazione a delinquere le vittime in difficoltà economica, bisognevoli di prestito in denaro contante. Fungeva da collettore con gli istituti di credito ove le vittime erano domiciliate, gestendo in prima persona le relazioni con i direttori di filiale», scrive il pm. E ancora: «Consegnava il denaro contante alle vittime ‘strozzate’, le quali contestualmente consegnano assegni postdatati a 30,60,90,120 e a volte anche 180 giorni, somme comprensive del capitale ricevuto più gli interessi calcolati al tasso di circa il 7% mensile, in relazione alla durata del prestito; nel caso in cui le naturali scadenze degli assegni non venivano rispettate, i titoli in scadenza venivano ritirati, e contestualmente venivano emessi nuovi assegni comprensivi della somma indicata sul vecchio titolo, con l’aggiunta di nuovi interessi, sempre al 7% mensile, calcolati però sulla cifra scritta sul titolo non onorato». Dalle indagini emerge, tra le altre cose, che, Domingo Troccoli «si faceva dare o promettere di dare», scrive il pm nella richiesta di rinvio a giudizio, dalle presunte vittime «281.439,00 euro, somma comprensiva del capitale prestato, gravato da interessi usurai» e «ha provveduto poi a distribuire parte della somma agli altri indagati come di seguito indicato: 72.830 euro al cognato Principio Riccio, 16.870 euro alla sorella Luisa Troccoli, 37.615 euro alla madre Rita Rizzuti, 70.324 euro a Siani Domenico, 7.500 euro alla moglie Rita Marchese, 4.420 euro a Vincenzo Siani e la rimanente somma di 71.880 euro l’ha trattenuta per se».

Quanto a Domenico Siani gli inquirenti sostengono che ha «versato 70.324 euro sui suoi conti correnti» e poi ha messo «la somma di 15.700 euro, in assegni, a disposizione dell’associazione a delinquere, da concedere in prestito». Questi assegni firmati dalle presunte vittime secondo la procura rappresentano una parte della movimentazione di soldi della presunta associazione a delinquere.

La procura ipotizza anche il reato di «associazione a delinquere a carattere familiare nei confronti di Vincenzo, Domenico e Antonia Siani, al fine di sottrarre» alla presunta vittima «proprietà immobiliari e terriere». «In particolare Domenico Siani, agendo in concorso con la figlia Antonia Siani, 200mila euro in cambiali, con atto notarile di costituzione ipoteca, in favore della figlia, a fronte di un capitale prestato di 121mila euro, pretendendo interessi pari a 79mila euro, cioè del 98,11%, ,con l’aggravante di avere commesso il fatto nei confronti di persona che svolge attività imprenditoriale».  Sempre secondo la procura Vincenzo Siani «a fronte di un debito di 400mila euro contratto» dalla presunta vittima «nei confronti della Siani Srl, riceveva o pretendeva la restituzione di 708.950 euro. Infatti a garanzia del debito commerciale sono state emesse 8 cambali da 38mila euro e 7 cambiali da 40mila euro, per un ammontare di 584.mila euro». «In aggiunta», scrive ancora il pm, la presunta vittima «emetteva assegni bancari per un totale di 124.950 euro, transitati sui c/c bancari della Siani Srl (a differenza di quanto asserito a verbale dal sign Vincenzo Siani che aveva detto di non aver mai ricevuto nulla in pagamento). Si ricava – aggiunge il pm nella richiesta di rinvio a giudizio – che la persona offesa pagava o prometteva di pagare 708.950 euro, dal dicembre 2000 al 2010, a fronte di diverse fatture, prestiti e anticipazioni varie per un ammontare di 400mila euro». «In un’altra vicenda – scrive ancora il pm – a fronte di un debito di 400mila euro contratto nei confronti della Siani Srl, di cui Siani Vincenzo è Amministratore Unico, riceveva o pretendeva la restituzione di 511.923,14 euro». La presunta vittima  «è stato indotto a una sovraesposizione cambiaria, per 584mila euro, insostenibile per la finanza del soccombente tant’è che era stato costretto a sottoscrivere atto notarile di compravendita immobiliare pari a 385mila euro, somma che andava ad aggiungere agli assegni bancari per 124.950 euro emessi, con aggiunta di alcuni versamenti di contante riscontrati sul partitario contabile. Si rileva che il denunciante pagava o prometteva di pagare 511.923,14 euro a fronte di forniture edili, prestiti ed anticipazioni varie per 400mila euro». «Antonia Siani, in concorso con il padre – scrive il pm – si faceva dare o promettere» da una delle presunte vittime «a fronte di un capitale prestato pari a 121mila euro, la somma di 200mila, in cambiali, mediante un atto notarile di costituzione di ipoteca, prendendo interessi pari a 79mila euro, cioè del 98,11%».

La richiesta di rinvio a giudizio giunge nei confronti di Principio Riccio, Rita Marchese, Luisa Troccoli, Rita Rizzuti, Domingo Troccoli, Vincenzo e Domenico Siani anche per i reati relativi agli articoli 110, 81 del codice penale vigente nonchè per il 644,  perchè «con pluralità di condotte perpetrate in tempi diversi, in esecuzione del medesimo disegno criminoso, elargivano quali membri delle associazioni, prestiti a tassi usurai a imprenditori e professionisti di Camerota», scrive il pubblico ministero. «Rizzuti Rita perchè accreditava sui suoi conti correnti con consapevolezza e cognizione di realizzare ingiusto guadagno la somma di 37.615 euro, costituente parte dei titoli postdatati dati in restituzione» dalle presunte vittime; «Rita Marchese accreditava sui suoi conti correnti con consapevolezza e cognizione di realizzare un ingiusto guadagno la somma di 7.500 euro, costituente parte dei titoli postdatati dati in restituzione» dalle presunte vittime. «Luisa Troccoli accreditava sui suoi conti correnti, con consapevolezza e cognizione di realizzare un ingiusto guadagno, la somma di 16.870 euro, costituente parte dei titoli postdatati dati in restituzione» da una delle vittime. «Principio Riccio accreditava sui suoi conti correnti la somma di 72.830 euro, costituente parte dei titoli postdatati dati in restituzione» dalle presunte vittime. Il pm chiede il rinvio a giudizio anche per Vicente D’alessandro «perchè con pluralità di condotte, in esecuzione del medesimo disegno criminoso, a fronte di un prestito di contanti per 65mila euro riceveva dapprima 85.500 euro ed in sostituzione di detti assegni, ipoteca su immobili, per un importo di 88.500 euro. In seguito gli immobili venivano venduti alla Marina Immobiliare di cui è amministratore Unico Vincenzo Siani. Domingo Troccoli, Domenico e Vincenzo Siani e Vicente D’alessandro sono accusati anche di «aver, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, esercitato abusivamente attività creditizia e finanziaria».

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