A tavola con John Arthur Strutt, a Castellabate la ricostruzione del pranzo offerto dal Barone Perrotti al viaggiatore inglese

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A tavola con John Arthur Strutt, a Castellabate la ricostruzione del pranzo offerto dal Barone Perrotti al viaggiatore inglese

1838. Il viaggiatore inglese John Arthur Strutt, figlio del pittore paesaggista Jacob e lui stesso pittore, intraprende a 23 anni un viaggio a piedi verso il sud dell’Italia, in compagnia dell’amico William Jackson. Parte da Porta San Giovanni a Roma il 30 aprile e arriva a Palermo il 15 dicembre, dopo aver attraversato la Campania e la Calabria. Durante il suo viaggio quasi ogni giorno invia una lettera ai genitori descrivendo i luoghi e le persone che incontra, le emozioni e le sensazioni che la terra meridionale gli trasmette. Le lettere diedero vita a una pubblicazione che l’editore Galzerano ha tradotto col titolo “Passando per il Cilento”.

Il 15 maggio 1838 arriva a Castellabate, nella frazione marina di Santa Maria. Qui viene invitato a casa del Barone Tommaso Perrotti. Per un puro caso decide di descrivere con dovizia di particolari il susseguirsi delle portate del Breakfast, con antipasti di olive, salame e acciughe, poi pollo, pesce, verdure, cacciagione, fichi freschi. Domenica 27 luglio e poi in replica giovedì 31 e giovedi 7 agosto si rifarà a distanza di circa 200 anni lo stesso pranzo descritto dallo scrittore inglese. Ma soprattutto si tenterà di ricostruire i dialoghi avvenuti tra i due gentiluomini, le emozioni, le atmosfere di inizio ‘800. Tutto questo avverrà nel centro antico di Castellabate, nella vineria Il chiostro.

 I dialoghi sono stati scritti dallo scrittore napoletano Amedeo Colella e verranno interpretati dallo stesso autore e dall’attore Marco Ciullo. I due ceneranno insieme agli avventori dell’antica vineria ricostruendo il fascino dell’800 cilentano. Il libro/diario di Strutt è un salto nel passato, una istantanea sulla vita nel Cilento al tempo dei Borbone. Pur essendo conclusa l’epoca dei pirati saraceni (il barone abiterà una magione che era una torre di avvistamento saracena), il viaggio è ugualmente pieno di pericoli (lo scrittore incontra spesso gente che va in giro armata) ma anche di sorprese: ad Ascea visiteranno un sistema di segnalazione ottica che comunica direttamente con Napoli; saranno stupiti dalle donne che portano sulla testa enormi ceste, da preti che sgridano chi non va a messa, da pescatori e contadini che si sorprenderanno nel vedere comparire uno straniero da quelle parti.

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