Giovane morto dopo notte in discoteca, Marina di Camerota si stringe intorno alla famiglia di Simone

Ai genitori di Simone Pandolfi non è ancora stata consegnata la verità e sulla morte del giovane 21enne, deceduto dopo aver trascorso la notte all’interno della discoteca ‘Il Ciclope’, ci sono ancora diversi aspetti da chiarire. I dubbi sono molteplici, come sono tante le cause che avrebbero potuto spingere al decesso il giovane. C’è chi parla di «overdose», chi di uno «sforzo eccessivo compiuto dal ragazzo all’uscita del locale» o chi, addirittura, sostiene che il «giovane soffrisse di problemi legati al sistema respiratorio». Tesi, quest’ultima, negata dalla famiglia. E proprio il padre del 21enne in compagnia della madre e di due zii si è recato nei giorni scorsi a Marina di Camerota per depositare un fiore dove Simone è stato soccorso la prima volta da una donna e un avvocato del posto. Sarebbero giunti a Marina di Camerota per ringraziare le persone che sono state vicine al figlio negli ultimi tragici momenti che hanno preceduto la morte. La famiglia ha parlato anche con don Gianni Citro, il parroco del paese, che terrà una messa in ricordo di Simone il 5 ottobre prossimo alle 19 nella chiesa Sant’Alfonso di Marina. 

Intanto sul caso continuano ad indagare i carabinieri della locale stazione agli ordini del maresciallo Massimo Di Franco. La procura del tribunale di Vallo della Lucania ha aperto un fascicolo e il pubblico ministero ha fatto recapitare due avvisi di garanzia ad altrettanti medici che ora risultato indagati per la morte del 21enne originario di Torre del Greco, ma che viveva a Monteforte Irpino in provincia di Avellino. La pista sulla quale stanno lavorando maggiormente gli inquirenti sarebbe quella della malasanità e quindi legata probabilmente al probabile ritardo dei soccorsi e all’inadeguatezza delle ambulanza che hanno soccorso la vittima. Si attendono comunque gli esiti degli esami tossicologici e istologici per capire cosa ha causato l’edema polmonare risultato fatale per il 21enne.

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