Incinta con il tumore smentisce: «Non sono in Grecia», sindaco: «Non parlo». Parroco: «Donna coraggiosa»

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Incinta con il tumore smentisce: «Non sono in Grecia», sindaco: «Non parlo». Parroco: «Donna coraggiosa»

Tutte le strade portano ad Atene. Almeno per la gente di Casalvelino che da ieri, giovedì, non parla d’altro: di Angela Bianco, e di quel viaggio che potrebbe rappresentare la fine di un incubo, o almeno l’inizio della speranza. Perché da quando la 26enne di Verduzio, piccola frazione del comune cilentano, è tornata a casa da Bari, a Casalvelino l’attesa è diventato il minimo comun denominatore. A Bari era andata per curare una grave forma tumorale al cervello che le avrebbe permesso di proseguire la gravidanza, giunta ormai alla 19esima settimana. Aveva scelto una clinica privata, la ‘Mater Dei’, perchè in possesso dell’unico macchinario, il ‘Ciberknife’, in grado di colpire le cellule tumorali senza rischi per la sopravvivenza del feto. Pochi giorni di ricovero, però, e la donna è stata costretta a ritornare a casa senza alcun trattamento, poichè il macchinario non era stato collaudato, e la Regione Puglia ne aveva vietato l’uso.

Un duro colpo, che però non ha fatto cambiare idea ad Angela, tanto che già ieri circolavano voci sull’individuazione di un’altra struttura sanitaria in possesso del sistema robotizzato di radiochirurgia stereotassica: una clinica privata nel centro di Atene. Dove Angela Bianco, in compagnia del marito Marco e i genitori sarebbe già sbarcata, in attesa di essere ricoverata prima di subire il trattamento, previsto per sabato prossimo.Voci, che in queste ore si fanno sempre più insistenti, e che però ha smentito la diretta interessata, stanca del clamore che la sua vicenda sta provocando.

«Basta bugie» I quotidiani locali ogni mattina pubblicano novità sulla storia di Angela. La stampa nazionale cerca informazioni e molti giornalisti si aggirano intorno alla casa della donna in cerca di qualche testimonianze, di qualche fotografia. La famiglia però è stanca e Angela in persona contatta ogni singolo quotidiano per chiarire alcuni concetti. «Non sono ad Atene e nemmeno in America – ha affermato Angela al telefono con il giornale del Cilento – tutto questo clamore mediatico mi fa solo male e io non ho parlato con nessun giornalista quindi le dichiarazioni che riportano i giornali sono tutte false». La «mamma coraggio» non può nemmeno urlare e fare sforzi come spiega lei stessa: «I medici mi hanno detto che non posso nemmeno agitarmi, ma mi sono scocciata e se questa storia non finisce mi rivolgo al mio avvocato». «Poi cos’è questa storia delle foto? – continua Angela – Ogni giorno i giornali prendono le foto dal mio profilo Facebook. Ma ci rendiamo conto o no? Quando avrò qualcosa da dichiarare vi chiamerò io, ho tutti i vostri numeri e voi avete quello mio e quello di mia mamma che ormai sono sulle agende di molti. Ho saputo – conclude – che siete in cerca anche del cellulare di mio marito, pazzesco».

Dal Comune Stessa linea della riservatezza seguita anche dal primo cittadino di Casalvelino, Domenico Giordano. Dal palazzo di città nessuno riesce a strappare una dichiarazione e l’unica cosa che il sindaco dice sempre ai giornalisti è che «questo non è il momento di parlare, rispettiamo la richiesta della famiglia, ve lo chiedo per piacere. Cercate di mettervi nei panni di chi sta affrontando un momento difficile, non pensate solo a riempire le pagine dei quotidiani».

Dalla chiesa Intanto, nel paesino cilentano si attende, e si prega. «È una donna coraggiosa» dice don Luigi Maria Marone a proposito di Angela Bianco. Il parroco della parrocchia di Omignano, dedicata a Sant’Antonio da Padova e che comprende anche la piccola frazione «casalvelinese» di Verduzio, dove la donna abita insieme al marito, continua: «Quella di Angela è una scelta coraggiosa, avrebbe potuto abortire, tutelando la sua salute. Ha scelto la strada più difficile, per l’amore di un figlio. Da giorni l’intera parrocchia è impegnata nella preghiera. Ci affidiamo alla fede e alla volontà di Dio. Questa vicenda piena di dolore e di sofferenza – conclude il sacerdote – ha avvicinato ancora di più Angela alla fede. Le vogliamo tanto bene e speriamo che il Signore ascolti le nostre preghiere».

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