Ascea, opposizione su caso poste: «Chiudere gli uffici postali significa certificare la morte delle aree interne»

| di
Ascea, opposizione su caso poste: «Chiudere gli uffici postali significa certificare la morte delle aree interne»

Fino al 10 dicembre gli uffici postali indicati nella lista di quelli i cui servizi dovranno essere sospesi, rimarranno attivi. Questa la decisione che Poste Italiane ha fatto pervenire ai sindaci riuniti in consiglio intercomunale a Gioi lo scorso 22 novembre. Anche i due sportelli postali presenti nelle frazioni di Mandia e Terradura, nel comune di Ascea, garantiranno, pertanto, ai cittadini la funzionalità dei servizi.

Come muoversi, intanto, per cercare di contrastare il provvedimento? Quale il parere dell’opposizione in merito alla vicenda? Quali i disagi a cui i cittadini delle frazioni alte andranno incontro in caso di chiusura degli uffici? Parlano al Giornale del Cilento due consiglieri d’opposizione.

«Discutemmo della problematica in un consiglio comunale monotematico che si celebrò a Catona 7 anni fa, paventando la deprecabile decisione assunta oggi dalle Poste», dichiara Pasquale D’Angiolillo.
«Con il deliberato allora assunto – aggiunge il consigliere – il civico consesso conferì incarico al sindaco, quale legale rappresentante dell’ente, di procedere, unitamente ad alcuni consiglieri, all’assunzione dei necessari contatti, anche a livello nazionale, con la direzione delle Poste e, di conseguenza, di adottare gli opportuni provvedimenti tesi a scongiurare l’eventuale chiusura degli uffici.
Da allora, però, il consiglio stesso non ha avuto alcun riscontro. Obiettivamente, la spinosa questione non può essere affrontata dal singolo primo cittadino ma presuppone una riflessione collettiva da parte di tutti coloro che, a vario livello politico-istituzionale, amministrano l’intero comprensorio del Cilento.
Sta di fatto che chiudere gli uffici postali significa certificare definitivamente la morte delle aree interne e, in particolare, delle piccole realtà ove, ormai, risiedono soprattutto anziani. Non si può affrontare con piglio ragionieristico una decisione che involge il diritto alla qualità della vita che deve essere riconosciuto anche a chi vive nelle zone più periferiche e marginali.
Occorre, dunque, reagire, non nell’ambito isolato di ciascun comune ma nel più ampio contesto della comunità del Parco, entità rappresentativa dell’intero territorio racchiuso nell’area protetta.  In tale azione occorre essere uniti come non mai, facendo prevalere gli interessi impellenti e primari della nostra gente alle pur legittime diversità di posizione che spesso dividono chi ha responsabilità di governo nel nostro territorio».

Il consigliere Pietro D’Angiolillo, invece, fa presente che già a partire dal 2010 si è occupato della situazione delle poste nelle frazioni del comune di Ascea inviando lettere al direttore della filiale di Sala Consilina segnalando l’irregolare funzionamento dell’ufficio postale di Mandia e l’estremo disagio in cui versavano i cittadini, essendo la frazione distante circa 18 km da Ascea Capoluogo e priva di adeguati collegamenti con mezzi pubblici. Il consigliere fa presente, altresì, che dopo alcuni incontri a Napoli e contatti con la filiale di Sala Consilina il servizio postale fu ripristinato a Mandia ed esplicita, inoltre, anche una sua proposta in merito alla questione. «Il comune potrebbe accollarsi le spese del locale e degli addetti tagliando gli sprechi ed aumentando la spesa sociale».

Maggioranza e opposizione concordano su un punto: è necessaria la massima coesione per risolvere la problematica.

©

Consigliati per te

©Riproduzione riservata