A Praga il Cilento è in tavola, ‘Storia ricette e segreti della Dieta Mediterranea’. In cattedra due cilentani: Francesco Cucco e Mauro Ruggiero
| di Lucia Cariello«Lasciate che il cibo sia la vostra medicina, e che la vostra medicina sia il cibo» così recitava Ippocrate, padre della medicina occidentale. Il successo della dieta mediterranea è sicuramente dovuto ai suoi effetti benefici sulla salute. Studi recenti, infatti, hanno dimostrato che questo modello alimentare, caratterizzato da un importante consumo di frutta, verdura fresche, cereali e legumi e da un ridotto apporto di grassi animali è collegato alla riduzione del rischio cardiovascolare e alla prevenzione delle principali malattie croniche.
A riprova dell’importanza di un millenario successo continua in repubblica Ceca, la campagna di promozione della Dieta Mediterranea e della cucina cilentana in particolare, che negli ultimi tre anni ha più volte visto quale cornice la capitale Praga, come teatro di eventi volti alla diffusione di questo modello alimentare. Sabato 23 marzo, infatti, presso l’Istituto Italiano di Cultura della città diretto dall’ambasciatore d’Italia in repubblica Ceca Pasquale D’Avino, si è tenuto un corso di ‘Introduzione alla Dieta Mediterranea’ nel quale sono stati presentati piatti tipici della cucina tradizionale cilentana. Al workshop, organizzato dall’Istituto Italiano di Cultura nell’ambito dei corsi di lingua e cultura italiana offerti dall’ente del Ministero Affari Esteri, hanno partecipato curiosi e amanti della cucina italiana che hanno apprezzato particolarmente le specialità proposte. A tenere il seminario teorico-pratico sulla Dieta Mediterranea sono stati due cilentani: Francesco Cucco ristoratore acciarolese ed esperto di Dieta Mediterranea, e Mauro Ruggiero giornalista, responsabile del Centro di Documentazione dell’IIC di Praga e autore del libro in lingua ceca ‘Mare Nostrum. Storia ricette e segreti della Dieta Mediterranea’. Alla parte teorica, nel corso della quale sono stati illustrati gli aspetti storico-antropologici del modello alimentare mediterraneo le sue virtù e i benefici per la salute, è seguita la preparazione e la degustazione di 3 piatti tipici cilentani.
La dieta mediterranea non è solo un modo di mangiare ma un insieme di conoscenze, abitudini sociali e tradizioni culturali storicamente tramandate che vanno oltre il semplice consumo di alimenti. Il 16 novembre 2010 il comitato intergovernativo dell’Unesco riunito a Nairobi ha riconosciuto la Dieta mediterranea come «patrimonio immateriale dell’umanita». La candidatura era stata presentata il 13 marzo 2010 con la firma in Marocco della ‘Dichiarazione di Chefchaouen’ da parte di Italia, Spagna, Marocco e Grecia. La decisione, come cita il testo diffuso dall’Unesco si basa sul riconoscimento che «questo semplice e frugale modo di consumare i pasti ha favorito nel tempo i contatti interculturali e la convivialità, dando vita a un corpus formidabile di saperi, costumi sociali e celebrazioni tradizionali di molte popolazioni del mediterraneo». Le origini di quella che oggi definiamo ‘dieta mediterranea’ risalgono alle abitudini alimentari della antica Grecia e dell’impero Romano basata su alimenti derivati dal mondo agricolo e si sono mantenute quasi invariate nel tempo caratterizzando ancora oggi lo stile alimentare di tutti i paesi dell’area del mediterraneo. Fu un fisiologo americano durante la seconda guerra mondiale a intuire, casualmente, i benefici per la salute di questo stile alimentare e a coniare il famoso termine ‘dieta mediterranea’. Ancel Keys, negli anni ’40 si trovava infatti a Creta, al seguito delle truppe alleate, dove si accorse che in quell’isola l’infarto miocardico era pressocché sconosciuto. Sbarcato a Paestum al seguito della quinta Armata nel 1944, rimase colpito dalle abitudini alimentari della popolazione del Cilento ed elaborò l’intuizione che la bassa incidenza di malattie cardiovascolari nelle due popolazioni fosse dovuta al tipo di alimentazione che adottavano per tradizione secolare. In seguito, vent’anni dopo, verificò scientificamente l’ipotesi conducendo uno studio epidemiologico, il Seven Country Study, in sette nazioni (Giappone, Grecia, Iugoslavia, Italia, Olanda, Stati Uniti e Finlandia), con cui arrivò alla conclusione che i Paesi del mediterraneo avevano livelli di colesterolo molto bassi ed una bassissima incidenza di infarto miocardico. Nacque così l’espressione «alimentazione di tipo mediterraneo» che poi è diventata «dieta mediterranea». Oggi i benefici della dieta mediterranea sono universalmente riconosciuti e i prodotti alimentari che ne sono alla base sempre più richiesti nel mondo. Basti pensare che nel 2010 il valore di mercato generato dai soli prodotti made in Italy, raggiungerà i 200 miliardi di euro, con una crescita del 9 % rispetto al 2009. Molti dei prodotti cardine della dieta mediterranea vedono l’Italia ai vertici della produzione. Il Belpaese è, infatti, il primo produttore mondiale di pasta e vino, il secondo per la produzione di olio e il terzo per la produzione di conserve di pomodoro.
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