Sala Consilina: “Sull’orlo di un precipizio”, non lo stato attuale della nostra Nazione ma solo una storia molto più vicina a noi

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Sala Consilina: “Sull’orlo di un precipizio”, non lo stato attuale della nostra Nazione ma solo una storia molto più vicina a noi

Sala Consilina: recente rifacimento di una piazzetta nei pressi di via N. Boschi, dove è stato costruito un marciapiede. Fin qui tutto bene: gli arredi urbani, quando a regola d’arte, esaltano l’estetica della città e sono utili per gli abitanti che ne usufruiscono. Nel modificare i tratti caratteristici di un paese, tuttavia, bisogna progettare bene e costruire meglio, pensando, metro quadrato dopo metro quadrato, ai possibili benefici (o danni) che potrebbero essere arrecati ai cittadini.

La foto allegata , gentilmente fornita, per la divulgazione, dalla signora ritratta sull’orlo del “precipizio”, ci fa capire bene di cosa stiamo parlando. Il marciapiede in via Boschi, infatti, pur essendo provvisto di corrimano (molto bene ciò) finisce con un salto nel vuoto, come la foto ci rappresenta. La cosa è alquanto grave per cittadini anziani e per bambini e diventa ancora più grave per persone con handicap. La signora ritratta nella foto è ipovedente e il suo coraggioso gesto di denuncia sta ad indicare una sorta di autodifesa da barriere architettoniche costruite ex-novo. Infatti, dopo aver sollecitato l’ufficio Tecnico del Comune di Sala Consilina (sembrerebbe alquanto inutilmente) a rimuovere la barriera, la stessa signora ci ha permesso l’utilizzo della foto per dare un’idea alla comunità (non solo locale) di quali potrebbero essere i rischi in questo caso.

Nella stessa strada, poi, dobbiamo segnalare le lamentele di alcuni cittadini che hanno ravvisano una pessima qualità del selciato rifatto di recente, ondulato e sconnesso. Da ultimo, si è tenuta una conferenza stampa sui lavori svolti e da svolgere a Sala Consilina. Noi sappiamo che, qualora si tentasse di interloquire con l’Amministrazione questa, quasi infastidita dalle critiche (in questo caso “costruttive”, trattandosi di “costruzioni”, appunto), di solito risponde in modo brusco. Una sorta di “virtù” locale che si sta diffondendo a macchia d’olio, perché molti intendono l’amministrazione di un paese come cosa alla quale solo pochi “eletti” (e a volte nemmmeno dalla popolazione) possono partecipare. E quando al potere politico-amministrativo si affianca anche quello economico-finanziario, allora il fastidio sembra raddoppiare. Nessuno mai ha contestato, si immagina, proprio nella sede in cui si magnificavano nuovi lavori nel campo sportico “Osvaldo Rossi”, il fatto che la pista di atletica, una volta in terra battuta, è stata asfaltata per un utilizzo improprio: il mercato settimanale. Abbiamo partecipato, per poter far rimuovere l’evento commerciale dal tempio locale dello sport, a delle riunioni per la sistemazione dell’area mercato al di fuori dello stadio comunale: nulla di fatto, nonostante la nostra disponibilità a raccogliere i desiderata dei consumatori che proprio non ne possono più di quella reclusione del mercato settimanale in un ambito non consono alle attività di vendita di beni di varia natura. I discorsi sui massimi sistemi, invece, vengono portati avanti con pervicacia. Non fosse altro per non inimicarsi il manovratore che uscirà dalle prossime elezioni, alle quali tutti vorranno partecipare, come nel 2009, sul carro che si riterrà vincente.

Questi episodi la dicono lunga sulla sensibilità nell’affrontare (e, si spererebbe, risolvere) i problemi che riguardano la vita quotidiana della collettività. E, pur consci del fatto che l’amministrazione di un Ente locale è cosa non semplice, siamo altresì consapevoli che basterebbe molto poco per prestare ascolto ai bisogni dei cittadini e della collettività tutta. Molto spesso, infatti, si preferisce assecondare le voglie (non i bisogni, si badi bene!) di chi è potente, ha soldi e alza la voce, piuttosto che prestare orecchio alle lagnanze che vengono dai cittadini comuni. Con molta umiltà e senza quel velo di arroganza che ormai traspare dai comportamenti di molti amministratori locali, si potrebbero evitare alcuni errori marchiani. E qualora si commettesse un errore, perché “errare humanum est”, si potrebbe chiedere scusa ai cittadini e si potrebbe fare in modo da rimediare. Sempre con umiltà; con la stessa umiltà con la quale chiediamo che, finalmente, si ponga rimedio all’obbrobrio urbanistico di Via Boschi.

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