Commissariamento Celle di Bulgheria, minacce di morte per chi non ha votato

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Commissariamento Celle di Bulgheria, minacce di morte per chi non ha votato

Si sono concluse le elezioni amministrative nel Cilento ma ancora è alta la tensione soprattutto a Celle di Bulgheria dopo il commissariamento. Nel comune cilentano il raggiungimento del quorum, il 50% più uno dei votanti, era necessario per l’elezione a sindaco dell’unico candidato, ovvero Orlando Balbi per la lista civica ‘Alternativa democratica’. Ben 10 i punti in meno rispetto all’obiettivo minimo fermandosi al 40%, una bocciatura per l’unica lista che si è presentata nel comune di Celle di Bulgheria. Immediato il commissariamento e il prefetto di Salerno, Gerarda Maria Pantalone, ha nominato ieri, mercoledì 28 maggio, commissario prefettizio del comune di Celle di Bulgheria il viceprefetto aggiunto Roberto Amantea già commissario di Futani nell’ultimo anno per lo stesso motivo.

A tenere alta la tensione a Celle di Bulgheria, in queste ultime ore, la polemica sul non raggiungimento del quorum. Quindi ecco gli attacchi nei confronti di chi non si è recato alle urne e nei confronti di chi «ha inneggiato, incitato e minacciato il non voto» uno dei commenti su Facebook. La polemica, infatti, oltre che per le strade, si è trasferita sui social network e non tutti hanno gradito le affermazioni di qualche sostenitore della lista ‘Alternativa Democratica’ (nell’immagine).

Da Celle di Bulgheria, in risposta agli attacchi, giungono nuove riflessioni: «Se qualcuno si chiede il motivo per cui una consistente percentuale di cellesi non si è recata alle urne, è pregato di leggere le considerazioni pubblicate su facebook da uno dei sostenitori della lista ‘Alternativa Democratica’ (in foto): a buon intenditor poche parole. Il livello a cui si è abbassata la vita politica ormai è allarmante. Non ci si limita a sostenere le ragioni della propria parte ma, nell’attaccare l’avversario, a volte anche immaginario, si adoperano espressioni sconvenienti e offensive che sconfinano nel reato apostrofando  gli astenuti dal voto con epiteti quali ‘porci’, a ‘fare in culo’,  ‘devono sguazzare nella merda’, ‘mangiare la nostra merda’, ‘essere ammazzati’».

«Al di là dei toni che un sia pur acceso dibattito politico può e deve assumere, nel caso di specie, l’opinionista in questione non nuovo a questo tipo di linguaggio forse ignora che, essendo  facilmente individuabili (naturalmente anche dal punto di vista giudiziario) i destinatari del suo non anonimo ‘delicato sfogo’, ha travalicato i limiti del lecito e coloro che sono stati così aspramente dileggiati hanno già annunciato querela per ingiurie nei confronti  del responsabile» il commento di chi, a Celle di Bulgheria, biasima l’attacco.

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Twitter @BiagioCafaro

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