Capaccio, la famiglia del bagnino-eroe:«Mamma e ragazzine soccorse da mio figlio non nascondetevi»
| di Luigi MartinoE’ diventato il simbolo del coraggio, l’emblema del «senso di dovere»: Pierluigi Caroccia è in coma farmacologico, dopo aver salvato due bambine sulla spiaggia di Capaccio nello specchio d’acqua antistante il lido Laura. E’ successo pochi giorni fa, il 27 giugno, Pierluigi è stato salvato a sua volta da due colleghi che hanno provveduto ai primi soccorsi. E’ stato trasportato d’urgenza all’ospedale e i medici hanno detto che «ha ingerito sabbia e tanta acqua marina». Le due bambine salvate e la madre, hanno fatto perdere immediatamente le proprie tracce.
Il legale della famiglia Caroccia, l’avvocato Riccardo Ruocco, ha raggiunto i mezzi di comunicazione tramite comunicato stampa per diffondere il pensiero ed il momento di dolore che sta vivendo la famiglia di Pierluigi dopo il tragico episodio.
«La famiglia Carroccia preferisce – per lo meno in questa fase – evitare ogni dichiarazione ed ogni ipotesi di responsabilita’ atteso che in questo momento l’ unica priorità è Pierluigi e le sue condizioni di salute. Tuttavia, la famiglia Caroccia ripone massima fiducia nelle autorità investigative che si stanno occupando del caso. I familiari di Pierluigi, avvertono inoltre la necessità di ringraziare le centinaia di persone che in questi giorni di profonda apprensione stanno dimostrando, in tante maniere, solidarieta, affetto e vicinanza e di esprimere sincera gratitudine ai bagnini che hanno assicurato i primi fondamentali soccorsi nonche’ al personale sanitario tutto del reparto di terapia intensiva e rianimazione dell’ ospedale di agropoli per l’impegno e la professionalità profuse sino ad oggi».
Infine l’appello dei familiari affinchè la mamma e le due ragazzine soccorse da Pierluigi si facciano vive:«Non abbiate timore- si legge sulla nota -uscite tranquillamente allo scoperto, se Pierluigi, per un innato senso di responsabilità ed un altruismo fuori dal comune, in quel momento non ha esitato a prestare soccorso alle due nuotanti in difficoltà, oggi, per il profondo rispetto di quei valori, nessuno della famiglia Caroccia serba rancore o medita vendetta nei confronti delle ragazzine scampate al pericolo».
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