Nella notte tra sabato 25 e domenica 26 ottobre, alle ore 3.00, le lancette dell’orologio dovranno essere spostate un’ora indietro. Torna così l’ora solare, che resterà in vigore fino all’ultima domenica di marzo 2026. Come ogni anno, l’Italia saluta l’ora legale e guadagna simbolicamente un’ora di sonno, ma il dibattito sul mantenimento di questa consuetudine è più acceso che mai.
Negli ultimi anni, infatti, l’Unione Europea ha più volte discusso l’ipotesi di abolire il cambio semestrale tra ora solare e ora legale. La proposta, presentata nel 2018 e sostenuta di recente anche dal premier spagnolo Pedro Sánchez, mira a lasciare agli Stati membri la scelta definitiva su quale fuso orario adottare in modo permanente.
L’ora legale venne introdotta in Italia per la prima volta durante la Prima Guerra Mondiale come misura di risparmio energetico, sfruttando al massimo le ore di luce naturale. Dopo un periodo di sospensione, venne reintrodotta nel 1966 e uniformata in tutta Europa trent’anni dopo, nel 1996, come strumento per ridurre i consumi e ottimizzare la produttività.
Negli ultimi decenni, tuttavia, le abitudini quotidiane sono profondamente cambiate: si va a dormire e ci si sveglia più tardi, e il vantaggio energetico appare ormai minimo. Diversi studi hanno inoltre messo in evidenza gli effetti negativi sul sonno e sull’equilibrio psicofisico derivanti dal cambio dell’ora, fattori che hanno spinto molti Paesi a chiedere una revisione della norma.
In attesa di una decisione definitiva da Bruxelles, resta la certezza del prossimo appuntamento: nella notte tra sabato 25 e domenica 26 ottobre, le lancette torneranno indietro di sessanta minuti, segnando l’arrivo dell’ora solare e l’inizio delle giornate più corte.


