A pochi giorni dall’anniversario della morte, Lamaida ricorda Vassallo: «Solco tracciato da Angelo non si chiuda»

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A pochi giorni dall’anniversario della morte, Lamaida ricorda Vassallo: «Solco tracciato da Angelo non si chiuda»

A pochi giorni dall’anniversario della morte di Angelo Vassallo, il sindaco di Pollica ucciso il 5 settembre del 2010 a colpi di pistola in un agguato a presunto stampo mafioso, l’amico e collega Eros Lamaida, primo cittadino di Castelnuovo Cilento, ricorda il sindaco-pescatore. Lo ricorda perchè «possono spezzare le mie ali ma non le mie radici». Il killer non è stato ancora identificato. L’Antimafia indaga sulla pista della droga. Al porto di Acciaroli, molto probabilmente, Vassallo era intenzionato a fermare i traffici illeciti di sostanze stupefacenti. Gli inquirenti sono concentrati sulla figura di Bruno Humberto Damiani. Il pregiudicato, conosciuto negli ambienti malavitosi del salernitano con il soprannome di «brasiliano», è l’unico indagato per la morte del sindaco-pescatore ed è stato estradato da qualche mese dalla Colombia dalla polizia internazionale che lo cercava. Si è dichiarato sempre innocente e dice di non sapere nulla dell’omicidio avvenuto in una notte d’estate nel Cilento.

«Io ricordo perché voglio che i valori più alti dell’umanità vivano e continuino a vivere per sempre. Io ricordo perché voglio testimoniare amore verso i miei affetti, verso i caduti del mare della vita, per l’umanità intera – scrive Lamaida in una nota stampa -. Io ricordo perché la memoria è lievito dell’impegno civile, della passione, dello sguardo che è altro, dello sguardo che va oltre lo spazi, verso un orizzonte di senso migliore. Io ricordo perché possono spezzare le mie ali, ma non le mie radici. Io ricordo perché solo il ricordo rende una vita degna di essere vissuta. Io ricordo perché solo così, nel ricordare, posso dare e ritornare a dare, instancabilmente, ogni giorno che dio mi dà la forza di vivere. Io ricordo perché i ricordi sono i miei sogni, i migliori, i più vivi, i più belli. Incancellabili perché i ricordi sono il centro del mio cuore. Io ricordo perché solo così trovo il coraggio di resistere, di lottare, di non accontentarmi, di non essere indifferente al dolore, all’altro. Al prossimo. Io ricordo – prosegue il primo cittadino – il 5 settembre di 5 anni fa, Angelo chiuso in una bara ed un sogno spezzato per sempre. Io ricordo perché il solco tracciato da Angelo non si chiuda ma ci aiuti nel cammino, a non smarrire la via. La via della libertà, dell’uguaglianza. Angelo Vassalo vive. Per questo ricordo e resisto. Per questo ricordo – conclude – e non ho perso le mie radici ed il mio sogno. Angelo Vassallo vive. Per questo il Cilento, tutti noi, non abbiano perso noi stessi».

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