Considerazioni di una critica d’arte

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Considerazioni di una critica d’arte

Quelle parole, esposte lette in una galleria d’Arte,  mi tornano troppe volte in mente per non essere costretta ad esternare qualche considerazione sull’argomento.
“Un pittore che ama la sua arte deve dunque evitare con cura una assiduità troppo prolungata con i critici e letterati. Perché questi, probabilmente senza volerlo, deformano tutto credendo di spiegare tutto: pensiero, volontà, sensibilità di un artista, e, lo tosano come Dalila tosò Sansone, Non hanno il dono delle sfumature, ma l’orrore istintivo di tutto ciò che li supera e li disorienta”
Non vorrei che questa breve affermazione estrapolata del pittore francese Georges Rouault (1871-1958) fosse presa quale invito all’ignoranza a coloro che adoperano il mezzo artistico. Certo che lo stimolo principale all’espressione artistica deve nascere dal proprio profondo io, ma approfondire questo “IO”, queste individualità, non è certo controproducente!!!
Georges Rouault fu costretto da ragazzino, a soli 14 anni, a dipingere per guadagnare in bottega e fu subito avviato alla pittura su vetro più richiesta ed in particolare per vetrate di soggetto cattolico che avevano maggiore mercato. Ebbe per molti anni il complesso della cultura, essendogli  impedito di studiare, costretto a seguire solo corsi serali per arti decorative. Più maturo riuscì ad iscriversi all’E’cole des Beaux Arts come allievo di Dalaunay e poi di Moreau, che molto lo influenzò, seguì poi in particolare il di lui allievo Matisse. Si interessò quindi al fauvismo, sentendo sempre certamente il disagio di seguire delle pitture Accademiche, avendo in sé una forte forza irruenta, spesso drammatica,  che non riusciva a maturare né ad esprimere in pieno liberamente. Con la maturità fu risoluto nel non etichettarsi mai con i vari movimenti artistici a lui contemporanei. Quindi covò un forte rifiuto anche di quei “critici” che sono storici dell’Arte, impegnati a catalogare gli artisti pittori, a chiuderli in schemi precisi, per  “ordinare” in clichès il loro operato, incapaci di essere “critici” quali profondi lettori delle opere, intermediari per la comprensione di tutti, quindi inglobò in questo rifiuto anche i “letterati” che con troppa razionalità non lasciano libero sfogo all’interpretazione dell’artista!!! Esperienza da lui fatta quale illustratore di molti testi letterari. Quando invece conobbe il filosofo Jacques Maritain coltivò profondamente tale rapporto culturale per tutta la vita ed il suo pensiero filosofico lo influenzò positivamente molto nella sua formazione, per accrescere e liberare la sua tensione spirituale, tanto da migliorare molto la sua pittura. Produsse in questa ulteriore fase molte opere di forti denunce sociali, maturando la sua espressività, ben lungi dal temere l’ “assiduità” dell’uomo di cultura o che potesse  ”deformare tutto, credendo di spiegare tutto”!!!! Seppe esprimere anche nella passione del Cristo tutto il dolore dell’intero mondo!! 
Attenzione quindi nell’interpretare quelle parole riportate ed esposte in galleria!!! G.Rouault intende affermare che è importante non essere plagiati da personalità, da pittori, che sono abituati ad esprimersi con loro metodologia, o da coloro che tendono ad eccessiva razionalità che può comprimere l’artista per quell’”orrore istintivo di tutto ciò che li supera e li disorienta”!!!! Ben riconobbe invece l’importanza dell’apporto culturale del pensiero profondo, della ricerca filosofica!! Eppure ancor oggi sono questi storici dell’Arte  e letterati che vengono invitati per lo più ad esprimersi freddamente, solo con rigida razionalità, in Mostre d’Arte, mentre si dà troppa poca importanza a chi, con percorsi diversi, approfondisce il pensiero filosofico, la conoscenza dell’esistenza, per innata sensibilità poi allenata, aiuta a sviluppare il pensiero ed il sentire dell’artista, poi libero di esprimersi. Sensibilità,  diciamo in modo restrittivo “addetti ai lavori”, capaci di condurre poi i fruitori in questo impegnato iter per una maggiore comprensione delle rivelazioni anche inconsce degli artisti.
Estrapolare delle parole e restare al primo significato che si capta nell’immediato, può condurre ad errori enormi di valutazione e di comportamento!! 

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