C’è Cilento nella grotta di Betlemme: fichi, alici e lavandaie tra i pastori del presepe

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C’è Cilento nella grotta di Betlemme: fichi, alici e lavandaie tra i pastori del presepe

Contadini che preparano le olive ammaccate, salano le alici e imbottiscono i fichi. La dieta mediterranea è protagonista, non solo nelle abitudini culinarie, ma anche nel presepe.  «Usanze antiche, ricordi di una civiltà che ho sperimentato negli anni Cinquanta, e che oggi si vanno perdendo. Mi piange il cuore. Ho voluto fermarle nel tempo così». A raccontarlo al Giornale del Cilento, Lina Pinto, che da anni, dopo lunghi studi, si diletta a realizzare presepi che raccontino il Cilento di una volta. 

La signora Pinto fino a qualche anno fa ha insegnato Lettere, ma nei ritagli di tempo, quando non è impegnata ai fornelli del proprio ristorante, si dedica alla sua passione artistica di modellare l’argilla. La scena della Natività è esposta proprio in una saletta nel ristorante di cui è proprietaria, la Caupona a Pioppi, e che dall’8 dicembre sarà arricchito di nuovi particolari. Accanto agli evergreen, ci sono statuine che raccontano attività e mestieri cilentani ormai al tramonto: c’è chi impasta il pane, chi conserva il formaggio nell’oncia di terracotta, chi spreme l’uva con i piedi. «L’idea è di riproporre l’antico Cilento – spiega – e operando in un ristorante ho cercato di attenermi alle proposta della dieta mediterranea. Ho rappresentato i personaggi della mia memoria, nell’atto in cui preparano qualcosa legato all’alimentazione, gli stili di vita di una volta».

La signora Pinto realizza tutto da sola e a mano, e non solo per il suo ristorante. «Sono partita solo con i personaggi classici del presepe, anche su ordinazione, abbiamo fatto un presepe al convento dei Francescani, che poi è stato derubato delle statuine». Ma ha esposto anche a Roma tra i presepi da tutti Italia, alla Rassegna presepiale di Piazza del Popolo dov’è stata premiata, e presto contribuirà alla realizzazione di un presepe che verrà realizzato al Castello dei Vinciprova dove c’è il museo della Dieta Mediterranea. Tra i nuovi arrivati, nel suo presepe, la statuina che con il mangano (riprodotto fedelmente con l’aiuto di un artigiano) batte il lino, o viene rappresentata la lavandaia che fa il bucato come una volta. «Ora però vorrei aggiungere le scene marinare che mancano». È la consacrazione della dieta mediterranea che a tavola e sul presepe diventa un nuovo culto: unisce passato e presente, antica tradizione e sensibilità alimentare.

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