Camerota, geologo Ortolani lancia l’allarme: «Fate qualcosa per Cala del Cefalo e Mingardo»

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Camerota, geologo Ortolani lancia l’allarme: «Fate qualcosa per Cala del Cefalo e Mingardo»

di Franco Ortolani
(professore di geologia dell’Università Federico II di Napoli)

Sos contro la stupidità: il Cilento sta perdendo i monumenti naturali costieri! Da anni l’evoluzione naturale sta distruggendo quanto la natura ha costruito nel passato: i monumenti naturali più belli. Tra i più belli del Mediterraneo! L’uomo ha contribuito sottraendo l’acqua potabile al corso del fiume Mingardo quando decine di anni fa captò le sorgenti 12 Fistole senza realizzare un bacinetto artificiale nel quale invasare l’acqua di ruscellamento del periodo piovoso per reimmetterla nell’aveo nei mesi asciutti come invano proponemmo decine di anni fa.

Il risultato è evidente: tra luglio e agosto e a volte settembre verso la foce il corso del Mingardo si prosciuga completamente. Fatto “stranoto” come evidenziato dalla foto di CilentoNotizie di vari anni fa e i responsabili istituzionali stanno a guardare l’effetto che fa! Scherzosamente ieri ho detto “Inizio agosto 2016: il Fiume Mingardo verso la foce è già secco! Si accettano offerte per garantire la ricongiunzione famigliare ittica: vari nuclei di pesci, rane e insetti improvvisamente sono stati forzatamente separati. Si invitano i responsabili istituzionali ad intervenire prontamente!”. Per circa due mesi l’anno ormai il fiume Mingardo diventa “Uadi Mingardo”!

Cala del Cefalo Ma anche la Cala del Cefalo, una delle spiagge più belle del Mediterraneo sta subendo gravi colpi specialmente alla sua estremità sudorientale verso Marina di Camerota. La diminuzione naturale dei detriti trasportati a mare dal Mingardo sta causando la progressiva erosione irreversibile della spiaggia caratterizzata da un trasporto prevalente da nord ovest verso sud est.  Le spiaggette stanno scomparendo come evidenziato dalle immagini del 2006 e 2016: oltre 25 metri di spiaggia sono stati erosi irreversibilmente con problemi gravi anche per la sicurezza della strada costiera che ogni anno nei mesi invernali viene danneggiata dalle mareggiate. Per garantire la portata vitale del Fiume Mingardo basta almeno un laghetto-vasca di alcune centinaia di migliaia di metri cubi da realizzare lungo l’alveo: non è una grande impresa idraulica. Per contrastare l’erosione della spiaggia abbiamo proposto il ripascimento con varie centinaia di migliaia di metri cubi di sedimenti, uguali a quelli che costituiscono la spiaggia, da prelevare circa 1-2 chilometri a monte della foce dove si trova una ampio alveo alluvionato e sovralluvionato con un ingente volume di detriti che hanno completamente causato l’aggradazione dell’alveo fino ad inglobare una briglia realizzata alcune decine di anni fa. Basterebbe una azione ecocompatibile di restauro dell’alveo fluviale riportandolo alla morfologia del 1954-55 come risulta dalla carta topografica IGM.

Sos contro la stupidità? Occhio però! Per risanare i danni spesso ci si abbandona ai predatori interessati al guadagno e non ad ottenere un risultato ambientale ecocompatibile e duraturo come richiede la straordinaria bellezza della costa tra Capo Palinuro e Marina di Camerota. Occorre intelligenza ambientale, innovazione ecosostenibile e tanto buon senso da parte dei responsabili istituzionali che devono essere coscienti del valore dei monumenti naturali costieri e devono progettare interventi di restauro ambientale e non di facile guadagno devastante. Questo è il caso in cui progettare una attenta sperimentazione ambientale senza realizzare interventi invasivi ma efficaci, duraturi e di puro restauro geoambientale. Si tratta di intervenire su un monumento della natura!

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