Camerota, tragedia Ciclope. Ex sindaco che ritirò licenza: «Rischio su intero territorio, non solo su discoteca»
| di Luigi Martino
Nella notte di San Lorenzo, nella grotta «Caprara» di Marina di Camerota, un ragazzo ha perso la vita. Crescenzo Della Ragione, 27enne originario di Mugnano, in provincia di Napoli, ma residente nella frazione di Varcaturo a Giugliano, era in vacanza nel Cilento ed è morto all’interno della discoteca Il Ciclope. Da decenni, la «grotta della musica», è tra i locali più affollati del Sud Italia. E’ un locale estivo incastonato in una caverna naturale lungo una strada erosa dal mare e più volte chiusa a causa delle frane.
Crollo e sequestro
La procura del tribunale di Vallo della Lucania, oltre a iscrivere quattro persone nel registro degli indagati, ha sequestrato il locale e lo ha chiuso. Proprio come era avvenuto quattro anni fa. Nel marzo del 2011. Una discoteca intorno alla quale ruotano diversi gialli. Il corpo Forestale dello Stato segnalò la pericolosità della grotta alla procura che decise di apporre i sigilli. Il locale venne chiuso dopo un crollo avvenuto quando all’interno non c’era nessuno. L’allora sindaco di Camerota, Domenico Bortone, decide di ritirare la licenza alla famiglia Sacco, gestori del locale. Secondo i proprietari della discoteca, quei massi erano stati sganciati volutamente dal costone per mettere in sicurezza l’area, versione che in un primo momento non aveva convinto gli inquirenti. Alcuni giorni dopo, però, la Forestale specifica che non si è trattato di un crollo accidentale, ma di «un’area di 200 metri quadrati con diversi massi di grosse dimensioni provenienti dal disgaggio e conseguente frantumazione della sovrastante parete rocciosa in assenza dei prescritti titoli autorizzativi». Il crollo non c’entra più. L’ipotesi di reato cambia, ora è abusivismo edilizio. Il titolare della licenza e committente dei lavori, insieme al direttore dei lavori, vengono denunciati all’autorità giudiziaria. Ma la procura fa un passo indietro e toglie i sigilli.
L’intervista
«Tutti gli atti amministrativi di cui sono stato promotore sono stati fatti con alto senso di responsabilità in quanto ho seguito i suggerimenti tecnici e ho fatto i passi dovuti con le istituzione per verificare le condizioni di riapertura del Ciclope nel 2011». Questo è quanto dichiara in merito alla questione Domenico Bortone, medico di base del Comune di Camerota ed ex sindaco dell’ente cilentano. «Se dal 2011 sono cambiate delle condizioni o non sono state seguite alcune indicazioni io questo non lo so dire – afferma Bortone – tutto ciò che ho fatto è negli atti ufficiali del Comune. In base a quell’indagine proposta dalla procura della Repubblica del tribunale di Vallo della Lucania, io mi sono mosso. Se fosse successo subito dopo la galleria del Mingardo che cosa diremmo? Vi ricordo che è stata chiusa varie volte la strada fra Marina di Camerota e Palinuro quindi significa che il discorso ricade sull’intero territorio e non soltanto sul Ciclope». L’arteria che costeggia la grotta Caprara che ospita la discoteca, infatti, è tappezzata di frane e smottamenti. Ma non basta il movimento franoso della montagna che la sovrasta, il mare, infatti, ha eroso la carreggiata vicino la spiaggia e uno dei centri balneari più famosi del Sud Italia rischia di rimanere isolato dal resto della provincia. «C’è bisogno di un monitoraggio continuo – svela l’ex sindaco – avevamo chiesto finanziamenti a livello regionale affinchè si facessero certe cose e so che un finanziamento fu dato di circa 300 mila euro e non so che ne abbiano fatto. Ribadisco che si tratta di un pericolo continuo dalla galleria fino ad oltre il Ciclope, qui deve essere fatto un discorso complessivo, ricordo il blocco stradale fra Camerota e Palinuro, il Comune è a rischio di totale chiusura. Il territorio – conclude – deve essere amministrato assieme alle altre istituzioni ed è quello che ho fatto io».
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