Il Presidente del Tribunale di Vallo della Lucania dichiara formalmente aperto il dibattimento del processo penale contro 18 persone tra medici e infermieri

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Il Presidente del Tribunale di Vallo della Lucania dichiara formalmente aperto il dibattimento del processo penale contro 18 persone tra medici e infermieri

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO:

Il Presidente del Tribunale di Vallo della Lucania nell’udienza del 22 dicembre 2010 ha dichiarato formalmente aperto il dibattimento del processo penale contro 18 persone tra medici e infermieri del reparto di psichiatria del locale ospedale pubblico per la morte di Francesco Mastrogiovanni. Si apre così uno squarcio su una realtà finora inimmaginabile e coperta da un’inaccettabile omertà a fronte di episodi drammatici che la morte e il caso di Francesco Mastrogiovanni, avvenuta il 4 agosto ‘09, sta facendo emergere.

Anche questa morte stava passando inosservata se sui segni riscontrati sul suo corpo non si fosse posato l’occhio attento di familiari, del medico legale dr. Adamo Maiese e la solerzia investigativa del P.M. Francesco Rotondo, che tempestivamente ha sottoposto a sequestro il sistema di videosorveglianza del reparto di psichiatria.

La Procura di Vallo, grazie al video, ha potuto così stabilire i primi elementi, difficilmente controvertibili e del tutto oggettivi – in quanto comprovati dalla videoregistrazione installata nel reparto – che hanno smentito senza ombra di dubbio quanto affermato o scritto dagli indagati e dalle prime dichiarazioni dell’ASL ex SA3. Elementi confermati dal Tribunale del Riesame di Salerno e in ultimo dalla stessa Cassazione.

Il prof. Franco Mastrogiovanni, ”il maestro più alto del mondo” per i suoi piccoli alunni, arrivato già sedato in reparto il 31 luglio 2009, dopo mangiato, anzi prima che avesse finito del tutto il suo tranquillo pasto, è stato di nuovo sedato e appena addormentato è stato legato a tutti e 4 gli arti e mai più slegato senza che la contenzione risultasse in cartella, senza essere più accudito e monitorato senza né cibo né acqua per 4 giorni consecutivi lasciato così fino alla morte per sopraggiunto edema polmonare.

Una morte atroce inflitta a una persona sedata e tranquilla, una vera e propria tortura, come attestano i segni sul suo corpo, inaccettabile. E si fa fatica a pensare che questo sia potuto succedere dopo l’abolizione dei manicomi lager, in questo inizio di secolo di questo nuovo millennio: non prima di Basaglia, non nel medioevo ma oggi!

Il Comitato ha presentato anche un dettagliato ed articolato esposto sulle modalità e motivazioni dello stesso TSO eseguito, a nostro parere, in maniera illegittima ed arbitraria, su ordinanza dell’allora sindaco di Pollica Angelo Vassallo, a sua volta vittima di morte violenta, per mano e motivazioni ancora ignote, il 5 settembre 2010.

Anche se sarà il processo a stabilire e individuare le responsabilità dei vari imputati e della stessa ASL, che pur costituitasi parte civile, è stata chiamata a risponderne dai familiari, il Comitato si augura ed auspica che le Istituzioni fin da subito traggano le dovute e doverose conseguenze da questo caso, mentre ci lasciano ancora insoddisfatti il lavoro svolto in merito della commissione Marino, che sul caso ha sentito il solo dr Pizza, e non anche familiari e lo stesso comitato; e ancor più la risposta del Ministro Fazio alle interrogazioni proposte all’attenzione del governo che non tiene conto di quanto finora acquisito e che ha fatto parlare di orrore alla stessa Cassazione che sulla base delle immagini video e altri elementi acquisiti e agli atti ha parlato di ‘sistema’.

E’ per questo che il comitato chiede verità e giustizia, perché Franco la possa avere almeno da morto e la sua morte possa servire a che ciò non accada di nuovo e ad altri ancora. E nessuna omertà, nessun silenzio potranno mai coprire fatti e responsabilità che devono essere chiarite fino in fondo perché il rispetto della persona, della sua dignità e della sua vita come bene supremo della persona stessa, soprattutto se affidata alle cure dello stato, non può venire mai meno: è da questo rispetto, di questi diritti inviolabili della persona e delle persone più bisognose e indifese che si misura la maturità e la civiltà di una società e di un popolo.

Ed è per questo che siamo qui con voi, uniti da una comune volontà e battaglia per espellere la barbarie da luoghi che devono essere di cura,recupero, salute e benessere, dalle nostre vite quotidiane e dal tessuto della nostra convivenza civile.

Comitato Verità e Giustizia per
Francesco Mastrogiovanni

Aversa, 14 e 15 gennaio 2011
Sito web: www.giustiziaperfranco.it
E – mail: postmaster@giustiziaperfranco.it

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