La famiglia del maestro smentisce il sindaco Vassallo

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La famiglia del maestro smentisce il sindaco Vassallo

Pubblichiamo di seguito un articolo riguardante il caso della morte di Francesco Mastrogiovanni, inserito nell’ultimo numero del mensile "Cilento".

LA FAMIGLIA DI FRANCO SMENTISCE VASSALLO

"La famiglia di Francesco Mastrogiovanni non ha mai contattato il sindaco Vassallo per chiedere l’applicazione di un Trattamento sanitario obbligatorio". Caterina Mastrogiovanni, avvocato e cugina di Franco, il 58enne maestro elementare di Castelnuovo Cilento, morto in circistanze misteriose nell’ospedale di Vallo della Lucania, smentisce il sindaco di Pollica, Angelo Vassallo. Dalle pagine del numero di ottobre di Cilento, il primo cittadino aveva dichiarato di aver ricevuto pressioni dalla famiglia per un ricovero coatto di mastrogiovanni, deceduto per edem polmonare il 4 agosto nel reparto di Psichiatria del San Luca, dopo 5 giorni di ricovero.

L’autopsia ha riscontrato sul corpo di Franco i segni di una lunga contenzione: in pratica, è stato legato al letto. La magistratura ha aperto un’inchiesta e sul registro degli indagati sono finiti sette medici del reparto e il primario, Michele Di Genio, è stato sospeso dal servizio.

"I familiari- prosegue il legale- non hanno avuto contatti con il sindaco che, evidentemente, cerca giustificazioni per una procedura che desta molte perplessità". Il trattamento sanitario obbligatorio era stato firmato da Vassallo la mattina del 31 luglio, quando il maestro, dopo un inseguimento partito dalla stazione di Acciaroli, fu raggiunto sulla spiaggia del campeggio Costa Cilento Club di San Mauro da una Task force composta da una quindicina di persone tra vigili urbani, carabinieri, guardia costiera e personale medico. Secondo la ricostruzione del primo cirradino, il provvedimento si era reso necessario perchè l’uomo dava evidenti segnali di squilibrio psicologico: guida dell’automobile contromano ad alta velocità e tamponamenti con altre vetture sarebbero tra gli elementi a carico.

Ricostruzione, però, smentita dalla famiglia Mastrogiovanni, che ha tenuto a precisare come sull’automobile del maestro, una Punto bianca, non ci siano segni di incidenti. inoltre, a detta dei titolari e degli ospiti del campeggio di San Mauro Cilento, fino al giorno prima Franco si era mostrato tranquillo e disponibile. Come anticipato da Cilento sul numero di ottobre, gli inquirenti stanno valutando l’effettiva regolarità della procedura del Tso, così come conferma l’avvocato Mastrogiovanni: "In un primo momento sotto osservazione è finita solo la degenza in ospedale, mentre adesso ci sono dubbi anche sul come e sul perchè a Franco è stato imposto un ricovero".

Mentre il giornale va in stampa, si attendono i risultati degli esami tossicologici, che potrebbero fornire ulteriori elementi sui giorni della degenza. Intanto, da alcune settimane è attivo il comitato "Giustiziua per Franco" che sta ricevendo adesioni da tutta italia. Su facebook, conta più di mille iscritti il gruppo "Mastrogiovanni intollerante ai carabinieri" che punta l’attenzione sul rapporto conflittuale tra il 58enne e i militari dell’Arma. Anni fa, in un processo per resistenza a pubblico ufficiale, Franco, maestro amato dai bambini, fu definito "noto anarchico", per poi essere completamente assolto. Queste persone, ora, chiedono chiarezza sui tanti punti oscuri della vicenda.

Tra questi, per esempio, perchè un’ordinanza del Comune di Pollica è stata eseguita sul territorio di San Mauro Cilento , o come si spiega l’assenza di ammaccature sulla Punto, o ancora, perchè non sono state concesse visite durante la degenza. nella mente di tutte le persone che aspettano giustizia, risuonano le ultime, drammatiche parole di Franco, pronunciate il 31 luglio, prima di salire in ambulanza: "Aiutatemi! Se mi portano a Vallo della Lucania non ne esco vivo".

Da diverse settimane è attivo il comitato "Verità e giustizia per Francesco Mastrogiovanni", costituito dal cognato del maestro elementare, Vincenzo Serra. Sul sito web del comitato, www.giustiziaperfranco.it, si legge:

Il Comitato verità e giustizia per Francesco Mastrogiovanni, nei limiti dell’ordinamento giuridico vigente e soprattutto nel rispetto del principio costituzionale della "presunzione di innocenza fino a condanna definitiva", opererà perchè Francesco ottenga giustizia nel suo Cilento che amava tanto.

 

Nella sezione "Interrogativi", il comitato pone delle questioni riguardanti le parti della storia che appaiono ancora controverse. Eccole di seguito:

1.Quante auto sono state tamponate da Francesco con la sua auto?

2. Cosa è successo alle ore 9 circa del giorno 31 luglio 2009 prima dell’arrivo di Francesco in un villaggio turistico di Mezzatorre (Comune di San Mauro Cilento) ove è stato subito raggiunto da carabinieri, polizia municipale del comune di Pollica, guardia costiera e infermieri e medico del 118?

3. Perchè il medico del 118 intervenuto sul posto – territorio del Comune di San Mauro Cilento – non propone la richiesta di T.S.O. al sindaco territorialmente competente, ma a Vassallo che è il sindaco di un comune diverso (Pollica)?

4. Perchè la fase coercitiva si realizza sulla spiaggia del comune di San Mauro Cilento sulla base di una proposta di un primo medico e non dopo la convalida di un secondo medico (come dispongono gli artt.33 e 34 della Legge 833/78)?

5. La convalida ha luogo presso il reparto di psichiatria dell’ospedale pubblico di Vallo della Lucania (ove si verificherà il decesso di Francesco) e, quindi, quando ormai sono state già attuate le misure coercitive. Perche?

6. Il medico intervenuto ha invocato lo stato di necessità di cui all’ art. 54 c.p. per attuare immediatamente misure coercitive a carico di Francesco (somministrazione reiterata di farmaci e accompagnamento coatto – dopo averlo costretto per diverse ore a rifugiarsi in mare, per sfuggire alle loro cure)?

7. Quale stato di necessità (art. 54 c.p.) può essere invocato se Francesco, come riferito dai numerosi presenti al momento dell’accadimento dei fatti, non ha praticato o minacciato violenza o danni nè alla sua persona e nè ad altri?

Ricovero presso psichiatria ospedale pubblico

Vallo della Lucania

8. Per il medico legale designato dalla famiglia – presente all’esame autoptico – Francesco, tra l’altro, presentava sul proprio corpo, oltre alle ferite provocate dalla contenzione, anche segni di colluttazione!

Dove è avvenuta la colluttazione dal momento che nel campeggio del Comune di San Mauro Cilento, sia pure dopo diverse ore di permanenza in mare, Francesco non ha opposto alcuna resistenza attiva e ha accettato volontariamente di affidarsi alle cure del personale del 118 ?

9. Perché è stato sottoposto a contenzione fisica? Non era sufficiente quella farmacologica iniziata già sulla spiaggia con tre iniezioni?

10.Perchè non c’è alcuna menzione della contenzione fisica nella cartella clinica?

11.Perchè il pomeriggio del 3 agosto 2009 (il giorno precedente a quello del decesso) alla nipote Grazia non è stata consentita la visita allo zio Francesco?

12.Come può accadere che, in un reparto ospedaliero, un degente termini la sua esistenza per edema polmonare ed in più si renda necessaria l’esame autoptico per accertare la causa del decesso?

Per coloro che volessero approfondire la dinamica delle vicende e le normative connesse a talune situazioni, si rimanda al sito www.giustiziaperfranco.it

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