Deciso “NO al nucleare” da parte dei sindaci dei Fiumi Sele e Tanagro

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Deciso “NO al nucleare” da parte dei sindaci dei Fiumi Sele e Tanagro

Nessun allarmismo, nessun pregiudizio, ma quando di mezzo c’è la salute dei cittadini e il futuro di un’intera area della Provincia di Salerno, è giusto “prevenire piuttosto che curare”. La Comunità delle Riserve Sele e Tanagro ( 41 Sindaci, 5 Comunità Montane, Province di Salerno e Avellino e Regione Campania che attraverso l’assessore all’Ambiente Romano ha comunicato ogni sostegno all’azione dei Sindaci contro il nucleare, alla presenza delle associazioni ambientaliste WWF, Legambiente e dei Comitati per il referendum contro il nucleare di Eboli) ha deliberato all’unanimità la dichiarazione di territorio denuclearizzato per l’area della Riserva.
Articolate argomentazioni, durate per più di tre ore di dibattito e confronto su un argomento delicato per delineare un percorso amministrativo efficace e determinato contro il nucleare e l’attenzione a seguire con trasparenza e partecipazione l’individuazione di siti di stoccaggio per i rifiuti radioattivi, derivanti anche dal decommissioning delle centrali dismesse nel paese.
Dopo la moratoria di un anno del Governo Italiano e le dichiarazioni rassicuranti dell’assessore Romano già annunciate dal presidente Caldoro della Regione Campania, la discussione si è concentrata sulla sensibilizzazione e partecipazione con propri atti da parte di tutti i comuni della Riserva oltre a delineare un percorso istituzionale sulla dichiarazione del  “territorio delle Riserve Regionali Sele e Tanagro Monti Eremita e Marzano  denuclearizzato”, facendo voti alla Regione Campania in attuazione alle direttive europee sui siti di interesse comunitari e delle particolari condizioni di rischio idrogeologico e sismico, di vietare su tutto il territorio delle “Riserve Regionali Sele e Tanagro, Monti Eremita e Marzano ”  l’installazione di centrali che sfruttino l’energia atomica.
Particolare attenzione nella richiesta alla Provincia di Salerno di dichiarare denuclearizzato tutto il territorio delle “Riserve Regionali”  con specifica previsione nella proposta di PTCP, attualmente all’esame di tutte le amministrazioni della Provincia, di assumere tale decisione, come specifica OSSERVAZIONE al PTCP per l’elevato rischio idrogeologico oltre che sismico del territorio dichiarato della Comunità Europea sito di interesse comunitario, e destinazione turistica d’eccellenza.
I sindaci hanno tenuto a precisare la natura delle aree fortemente antropizzate e la caratteristica del strategica nell’economia agricola e turistica locale per la presenza di importanti giacimenti culturali e ambientali vanto dell’intera nazione (patrimonio mondiale dell’umanità riserve di biosfera, destinazione d’eccellenza turistica della Comunità europea, ecc.) nonché di produzioni di eccellenza (mozzarella di bufala, carciofi del sele, terza gamma di qualità).
Una vera follia secondo alcuni il solo  pensare ad una Centrale in un’area così delicata che porterebbe la Regione Campania a perdere anche quelle poche aree vanto e orgoglio della stessa Regione sia in termini ambientali che culturali.
Viva soddisfazione ha espresso il presidente della Riserva Domenico Nicoletti che ha dichiarato “la necessità di sbloccare gli incentivi per le foni energetiche naturali ancora tutte da esplorare e promuovere nelle aree protette, dal microidro per riabilitare i luoghi della produzione del fiume, alle energie dal mare, come dal sottosuolo (geotermiche), a quelle integrate con biomasse e forsu” , aggiungendo “i rifiuti come risorsa nel nostro territorio sono ancora una chimera, come lo sono le fonti naturali dall’idrogeno alle celle a combustibile che in altre aree del paese hanno attivato processi di integrazione dell’efficentamento energetico territoriale”. Ed allora vista la moratorio sul nucleare da parte del governo italiano, perché non pensare a sbloccare gli incentivi nei settori come le energie rinnovabili (ricerca e innovazione) di sicura prospettiva per il futuro del paese? Pasquale Marino sindaco di Capaccio-Paestum ha affermato: “Saremo in prima linea, cercheremo di mobilitare la nostra popolazione per portarla, il 12 giugno prossimo, alle urne e ad esprimere il proprio Sì per fermare il nucleare, progetto assolutamente scellerato che l’attuale governo nazionale va paventando con sufficienza ed approssimazione. Non sono sufficienti moratorie, il Governo deve ritirare subito il progetto e accantonarlo per sempre. La nostra protesta è iniziata già agli inizi dello scorso anno, allorquando fu tirata fuori una mappa con l’elenco dei siti per una possibile localizzazione di nuove centrali, la quale addirittura contemplava la foce del fiume Sele. Da allora siamo costantemente impegnati sul piano politico ed amministrativo per scongiurare questa vergognosa e pazzesca ipotesi, che distruggerebbe totalmente l’immagine e l’economia della Piana del Sele e del Cilento, oltre ad esporre tutti noi a rischi ambientali imprevedibili. L’occasione del referendum è la strada maestra per affermare democraticamente il totale dissenso verso questo programma energetico del governo che è senza futuro. Da Capaccio Paestum in particolare, da tutta la Piana del Sele e dal Cilento, dovrà arrivare un forte Sì per fermare il nucleare”.  

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