Cilento «dimenticato dai cilentani» protagonista nella storia d’Italia e d’Europa

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Cilento «dimenticato dai cilentani» protagonista nella storia d’Italia e d’Europa

Il contributo del Cilento non è stato certamente subalterno ai disegni che maturarono in altre parti d’Italia, anche il sud ha voluto l’Unità e il Cilento è stato determinante nel realizzarla. E’ quanto viene narrato in modo puntuale e dettagliato dall’avvocato penalista tra i più noti della Campania, Franco Maldonato, nel suo ultimo libro Teste Mozze, un romanzo storico edito da Iride Rubettino, e presentato nei giorni scorsi a Gioi Cilento, nell’ambito dell’iniziativa ‘Un libro al mese’. All’incontro, che si è svolto il 28 ottobre nella sala consiliare del Comune di Gioi, erano presenti insieme all’autore, anche il sindaco Andrea Salati, il vicesindaco Valerio Rizzo, il giornalista Antonio Pesca, il professore Michele Santangelo e il parroco di Gioi don Guglielmo Manna, coordinati dalla professoressa Antonietta Cavallo che ha moderato la serata. La sala, inoltre, è stata adornata da una collettiva d’arte a cura di Mario Romano, Lina Di Lorenzo, Enzo Marotta, Giuseppe Manigrasso, Rosalba Ruggiero, Pasquale Scardino, Maria Rosaria Verrone, Franco Vertullo e Yvonne Zellweger. Per il sindaco Salati il libro di Maldonato ha il merito «di far conoscere la storia locale, una storia che andrebbe portata nelle scuole». La storia narrata in Teste mozze, introdotta e ripercorsa durante la serata dal giornalista Pesca, inizia nel 1851 da Londra, con le lettere in cui Gladston denunciò le torture fisiche praticate dalla polizia nelle prigioni borboniche, per spostarsi poi a Napoli, in un andirivieni tra l’Inghilterra e la Campania. Più di un giallo storico, più di un romanzo storico, Teste Mozze narra un Cilento protagonista nella storia del’48 d’Italia e d’Europa. Maldonato, presentando il libro al pubblico, si sofferma anche su Cardile, frazione di Gioi, che diede i natali ai fratelli Riccio, morti nel corso dei moti risorgimentali del 1821 del ’28, martiri insieme a Antonio Maria De Luca e ai 19 trucidati in piazza dei Martiri a Vallo della Lucania. «L’autore è andato nelle radici dell’uomo scavando così a fondo nella storia  – ha commentato in conclusione il parroco don Guglielmo Manna – Ha narrato una grande storia che sfida gli uomini di tutti i tempi». 

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Foto ©Marianna Vallone

 

 

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