San Biase di Ceraso, torna la Festa del pane: il viaggio nel presente che riscopre il passato

| di
San Biase di Ceraso, torna la Festa del pane: il viaggio nel presente che riscopre il passato

A San Biase, sulle sponde del fiume Palistro, l’acqua continua a scorrere immutabile; sembra non percepire l’energia tumultuosa dei tempi che cambiano rimodellando la storia e travolgendo ogni aspetto della vita umana e comunitaria. Sorge sul versante sud ovest del Monte Gelbison – la divinità maestosa, alta 1700 metri, che sovrasta ogni cosa e che tiene insieme il filo della storia legando passato, presente e futuro in un’unione ancestrale e inscindibile tra il sacro e l’infinito che accarezza l’eternità. Quel Monte Sacro – fonte inesauribile di ricchezza, scrigno di biodiversità, rifugio per fauna e avifauna – capace di unire religione e geografia divenendo egli stesso punto cardinale, in grado di guidare l’uomo nell’orientamento con la sua cima più alta su cui sorge Il Santuario della Madonna, con la croce gigantesca in metallo che di notte, nei mesi estivi, s’illumina distinguendosi nell’oscurità universale. Il fiume Palistro scorre perennemente seguendo il suo abituale percorso, solcato e modellato nel corso dei secoli e dei millenni, fino a raggiungere l’estremità opposta del mare, in un legame perpetuo, contrapposto ma vitale, tra i due punti cardinali del Cilento: l’est e l’ovest, la montagna e il mare.

E forse proprio la presenza, rumorosa ma vitale, di quel corso d’acqua persuade i monaci basiliani quando risalendo la via del sale – antica via che collegava la zona costiera del Cilento (Velia, in modo particolare) con le aree interne dell’attuale Vallo di Diano attraverso lo snodo strategico del Passo della Beta, poco sotto il Monte Gelbison, per arrivare prima a Rofrano e poi a Buonabitacolo, sigillando un’unione territoriale e commerciale tra l’ovest e l’est destinata a radicalizzarsi come affinità culturale e restare indelebile nel corso dei secoli – decidono di erigere una Chiesa dedicata a San Biagio, (il cui culto proviene da Oriente) mille anni fa, attorno alla quale verrà poi a formarsi il piccolo borgo di San Biase. Ma oggi quel vecchio fiume segna soprattutto un confine naturale, simbolico ma tenace, tra il vecchio mondo della terra, a vocazione contadina e agroalimentare, e il nuovo mondo della tecnica, a vocazione tecnologica e industriale. Lì incontrando la tenacia perenne e inalterabile con cui il Palistro scorre verso il mare, perfino la globalizzazione – propulsore irrefrenabile ed emblema del mondo nuovo – si ferma, assumendo un atteggiamento rispettoso, come a voler riconoscere il carattere irrevocabile e strutturale della storia e della tradizione. Sui vecchi lavatoi posti ai margini del ruscello, non si vedono più le signore anziane che, piegandosi sulle ginocchia, si accingono a fare il bucato in modo sostenibile, con sapone fatto in casa utilizzando ingredienti e processi naturali. Non c’è più il vecchio via vai di persone che ripercorrevano a piedi il tragitto del fiume, ma in senso inverso, per raggiungere, ogni mattina, i luoghi montani dove una vivace attività di produzione forestale offriva posti di lavoro, con la vecchia funivia impegnata in un “hauts e bas” costante ma incisivo, capace di segnare un’epoca – quando San Biase non era solo un punto di partenza, ma anche un punto di arrivo grazie alle opportunità lavorative derivate dalla presenza di una fabbrica di lavorazione del tannino e da una intensa attività boschiva. Il vecchio mulino ad acqua – alimentato dal Palistro, e molto gettonato anche tra i residenti dei paesi circostanti per la macinazione del grano – oggi non svolge più le sue attività. C’è, invece, il desiderio di una comunità di resistere all’urto destabilizzante dei tempi, rinnovandosi per poi riproporsi sotto diverse spoglie ma con lo stesso spirito, plasmato nella storia e nella tradizione. La Festa del Pane, a San Biase di Ceraso, è anzitutto una manifestazione storico-culturale, un risveglio della coscienza comunitaria che si riscopre per rimanere viva. E mentre il fiume Palistro continua a scorrere eseguendo sempre lo stesso spartito – che dura da millenni, simboleggiando la dimensione spaziale e temporale della storia che si dilata per poi restringersi – senza perdersi d’animo. Perché alla fine tutto ritorna lì dove tutto è iniziato: all’acqua e alla terra. Appuntamento: 23 e 24 agosto a San Biase di Ceraso per la Festa del Pane. 

Consigliati per te

©Riproduzione riservata