Parmenide e Zenone rivivono in una Velia abbandonata dalle istituzioni

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Parmenide e Zenone rivivono in una Velia abbandonata dalle istituzioni

La seconda giornata di Eleatica 2010 si apre all’insegna della filosofia di Senofane con il secondo incontro dedicato al pensiero del filosofo a cui spesso è attribuita la fondazione della scuola Eleatica (molto più probabilmente fondata da Parmenide): "Le Meteôra Di Senofane: Un’Astrofisica Di Nuvole", seconda lezione del ciclo "La Natura Delle Cose Prima Di Parmenide: Il Mondo Visto Da Senofane", tenuta da Alexander P. D. Mourelatos, professore all’università di Austin, Texas.

Il pomeriggio è invece dedicato ad una visita presso gli scavi di Elea-Velia, uno dei più importanti centri archeologici d’Italia e del Mondo data l’importanza dell’impronta lasciata nel pensiero filosofico occidentale dalla scuola Eleatica di Parmenide e Zenone, e la prima mondiale dello spettacolo teatrale "Gli Altri Olimpici. Filosofi E Poeti All’Olimpiade del 476", scritto da Thomas M. Robinson ed interpretato dalla Compagnia Del Giullare per la regia di Andrea Carraro.

Gli scavi di Elea-Velia sono il tipico esempio di come la cultura viene trattata in Italia. Per raggiungerli bisogna attraversare un angusto sottopassaggio su cui passa la ferrovia che, con il rumore dei suoi treni, accompagna la visita a quella che fu una delle massime colonie greche e centro culturale del Sud-Italia.

La struttura all’ingresso è alquanto sommaria, tenuta male e in progressiva decadenza. Ma non è questo il problema principale. Il vero scandalo è la pressoché completa mancanza di manutenzione agli stessi scavi. L’erba cresce fra le mura della città senza nessun tipo di manutenzione. Addirittura non sono i soli sentieri ad essere ricoperti di sterpaglie ma anche l’interno degli scavi, le cinte murarie fra i cui mattoni si insinuano le radici delle più svariate forme vegetali.

Le impalcature sistemate al di sopra di quelle che furono le terme della città sono fatiscenti, arrugginite e in stato di deterioramento, oltre ad essere un pugno nell’occhio allo splendido panorama che, in altre condizioni, si parerebbe dinanzi agli occhi dei visitatori.

Si nota erba fresca tagliata da poche ore o giorni nel solo percorso che la Fondazione Alario proporrà ai partecipanti di Eleatica 2010.

La visita guidata che ci attende è, per questioni di tempo (sento qualcuno, presumibilmente un custode, lamentarsi in modo alquanto seccato: "questi non hanno capito che alle 6:30 se ne devono andare"), relegata alla sola Casa Degli Affreschi, di epoca romana, quindi anche poco attinente all’alone di ellenismo proprio della manifestazione.

Raggiungiamo il palco naturale, fra i resti di Elea-Velia, dove si esibirà la Compagnia Del Giullare. Qui troviamo gli attori vestiti all’ultima moda risalente al 476 a.C. che aspettano di poter dare il via alle elucubrazioni filosofiche altalenanti fra l’analisi dei giochi olimpici e ciò che è poi il punto focale di ogni filosofo, e cioè l’interrogarsi sull’esistenza.

"Gli Altri Olimpici. Filosofi E Poeti All’Olimpiade del 476", scritto da Thomas M. Robinson ed interpretato in questa prima rappresentazione mondiale in occasione di Eleatica 2010 dalla Compagnia Del Giullare per la regia di Andrea Carraro, è una fresca commedia inedita dove lo scrittore mette in scena un immaginifico incontro (in realtà mai avvenuto) fra alcuni dei filosofi e poeti dell’epoca in occasione delle Olimpiadi del 476 a.C.. Con acuta ironia Robinson, presente alla rappresentazione e visibilmente emozionato, fa "sfidare" (e la sfida, come parallelismo fra sport e filosofia, si concluderà come una lotta che porta alla crescita di entrambi gli avversari) personaggi come Parmenide e Cratino, Anassagora e Zenone passando per Eraclito.

Un appuntamento importante, quindi, per questa IV edizione di Eleatica, considerando che "Gli Altri Olimpici. Filosofi E Poeti All’Olimpiade del 476" avrà come prossima tappa proprio Olimpia, in Grecia.

Nonostante l’interesse della manifestazione si è però costretti ad abbandonare quei luoghi storici, che evocano passati fastosi per la nostra cultura, con l’amaro in bocca, dato il completo disinteresse delle istituzioni verso la valorizzazione dei gioielli che la storia ci ha concesso.

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