«La mia vita rovinata dalle slot»: il dramma di Andrea Costantino nel sul libro «Ludopatia»

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«La mia vita rovinata dalle slot»: il dramma di Andrea Costantino nel sul libro «Ludopatia»

Una «descensus ad inferos» non immaginata, ma realmente vissuta. L’inferno raccontato nel suo libro, «Ludopatia», è nato da una sofferenza vera, quella che per anni l’ha visto intrappolato tra slot machine, bugie e debiti. Poi il carcere, la comunità di recupero e la luce in fondo al tunnel. Protagonista di questa storia è Andrea Costantino, funzionario statale, testimonianza diretta delle esperienze riportate nel suo libro. «E’ un motivo d’orgoglio e forza essere qui a raccontarvi la mia vita», ha spiegato l’autore a Vibonati venerdì pomeriggio, nel corso della presentazione del suo libro nel convento di San Francesco. All’incontro, moderato da Gianfrancesco Caputo, sono intervenuti il comunale Giovanni Scognamiglio, l’avvocato Franco Maldonato, il consigliere regionale Luigi Cobellis, che è stato il principale promotore della istituzione dell’Osservatorio Regionale sulla Ludopatia, e il vescovo della Diocesi di Teggiano-Policastro, Antonio De Luca che lo scorso anno ha firmato un protocollo d’intesa con l’associazione «il Dado» per contrastare la dipendenza sul gioco d’azzardo. 

«Tutto ha avuto inizio da una diagnosi sbagliata. – ha spiegato l’autore – Mio figlio aveva 4 anni, aveva un problema alle gambe, ci dissero che si trattava di distrofia muscolare. A me e mia moglie cadde il mondo addosso, ci sentivamo perduti. Poi si scoprì che si trattava di semplice miosite. Ma quell’evento – spiega Costantini – ha determinato una mia debolezza e incapacità di affrontare in maniera adeguata alcune situazioni. Ho iniziato così a giocare, all’inizio al totocalcio. La schedina – spiega – era un momento di aggregazione. Con il tempo anche per alcuni problemi, che poi diventano un alibi per il giocatore,  sono passato a lotto e superenalotto». Dal gioco, come evasione dalla realtà, ai guai,  il passaggio è breve. «Iniziai ad accumulare delle perdite. – ha raccontato – Inizialmente, grazie all’aiuto di amici e rapporti con banche riuscivo a saldare, poi bugie a famiglia e amici pur di garantirmi soldi. Finchè presi dall’ufficio corpi di reato del tribunale dove lavoravo, le armi-reperti, destinate alla distruzione, per venderle e recuperare liquidità per il gioco». 

Andrea è finito in carcere. «Quello è stato il fondo, dove ho trovato la molla che mi ha fatto risalire in cima, grazie all’affetto della mia famiglia e alla fede». «Il libro ha sicuramente una funzione catarica – ha spiegato – ma c’è la volontà di poter essere d’aiuto a chi vive ciò che ho vissuto io, perché il gioco ti fa perdere il controllo della realtà». Dalla sua storia Sebastiano Messina ha tirato fuori un film, visibile su YouTube. Il libro «Ludopatia. La debolezza della volontà»  è edito dalla casa editrice Kimerik (www.kimerik.it).


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