L’altra taranta – il tarantismo nel Cilento | seconda puntata

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L’altra taranta – il tarantismo nel Cilento | seconda puntata

di Tullia Conte – fotografie Federica Taddeo

L’universo magico della cultura cilentana ha prodotto, nel corso dei secoli, i rituali dedicati al morso della «taranta». Nel primo articolo di questa rubrica (qui)  ho introdotto gli studi sul ragno mitico che pungeva indistintamente uomini o donne, curati in seno alla comunità attraverso balli sfrenati o comportamenti inusuali. 

Questi fenomeni erano diffusi in provincia di Salerno sin dall’ottocento: Mauro Gioielli, uno dei maggiori esperti italiani di cultura popolare, cita un riferimento storico relativo a Capaccio, in un articolo sul tarantismo campano nella rivista «Utriculus». Gioielli è autore di oltre mille pubblicazioni e di non poche produzioni discografiche e documentaristiche, direttore artistico del Festival della Zampogna di Scapoli (dal 1991 al 2002), ha condotto «imprescindibili» indagini organologiche sulle zampogne («La Zampogna. Gli aerofoni  a sacco in Italia» del 2005), scoperto o riscoperto strumenti musicali, le ricerche riguardanti la fiabistica («Fiabe Italiane», Mondadori), sono solo alcuni degli aspetti della cultura popolare analizzati dal demologo molisano. Lo studioso, persona disponibile e davvero gentile che condivide informazioni con assoluta generosità, ha ritrovato due testimonianze relative al territorio cilentano, dando un impulso fortissimo alla realizzazione della ricostruzione storica che propongo nel libro «L’altra taranta».

www.maurogioielli.net

Nel 1819 Giuseppe Bamonte, canonico originario di Capaccio, scrive la storia di Paestum, l’opera è il frutto di ricerche che hanno impegnato l’autore per più di un decennio; egli racconta gli episodi di tarantismo avvenuti nel paese. 

Bamonte spiega che nella frazione «Tempa di san Paolo», le persone morse dalle tarantole per liberarsi del veleno non hanno altro rimedio che suoni e balli. La danza sfrenata si svolge in coppia fin quando la persona che è stata punta sviene, per poi addormentarsi; al risveglio sarà completamente guarita e senza memoria di quanto, per almeno due-tre giorni consecutivi, è accaduto. Nel 1976 l’antropologa Annabella Rossi realizza una ricerca che conferma la persistenza del fenomeno negli stessi territori che circa centocinquanta anni prima erano stati citati dal canonico.

(Potete inviare segnalazioni e/o domande specifiche alla mail tarantismocilento@gmail.com: la risposta nei prossimi appuntamenti)

L’altra taranta – Annabella Rossi e il tarantismo nel Cilento
Le tracce storiche del tarantismo cilentano: prima e dopo le ricerche di Annabella Rossi, che ha raccolto circa cinquanta testimonianze realizzate tra Capaccio, Trentinara e altri paesi dell’entroterra salernitano. Il volume evidenzia aspetti del fenomeno ancora sconosciuti, comparandoli agli stessi riti in Sardegna. Questi aspetti possono dialogare non solo con l’arte contemporanea ma anche con i recenti approcci terapeutici.

Tullia Conte, cilentana, artista e ricercatrice indipendente, vive in Francia dove ha fondato SUDANZARE, il progetto che si occupa di diffondere le danze e le culture del Sud Italia in Europa. Ha pubblicato «L’altra taranta» (2019) e «Diacronia minima del tarantismo»(2020).

Federica Taddeo, urban photographer. originaria del Cilento ora vive a Londra dove si impegna nell’approfondire la passione per la fotografia. Colleziona instanti di vita quotidiana, immortalati mentre accadono nel loro contesto.

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