Lavori di difesa costiera alla foce Testene, Ortolani: «Ritrovati reperti archeologici. E’ stata esplorata?»

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Lavori di difesa costiera alla foce Testene, Ortolani: «Ritrovati reperti archeologici. E’ stata esplorata?»

«E’ noto da vari studi che l’area marina riparata compresa tra il promontorio del castello e la foce del testene ad Agropoli è stata usata anche nell’antichità. Infatti la bibliografia esistente evidenzia che nell’area circostante la zona marina interessata dai lavori di difesa costiera sono stati ritrovati vari reperti archeologici. Non si può escludere che il fondale marino conservi altri reperti archeologici». A dirlo è il geologo Franco Ortolani, ordinario di Geologia all’università Federico II di Napoli, che si è poi chiesto se i lavori di intervento in difesa dell’erosione costiera possano in qualche modo arrecare danni agli eventuali reperti.

«Come si fa nelle aree emerse, – dice Ortolani – dovrebbe essere stata eseguita una adeguata prospezione preventiva al fine di verificare la presenza di reperti archeologici coperti dalle sabbie superficiali? Se non sono state eseguite si pone il problema: come mai, visto che i reperti erano noti da tempo? Può darsi che queste mie riflessioni siano di fatto superate e che siano state effettuate appropriate prospezioni archeologiche preliminari sia nelle aree interessate dalle opere ora in corso di realizzazione che nella zona protetta nella quale, secondo un progetto del Comune di Agropoli, dovrebbe poi sorgere il porto, previo dragaggio ed approfondimento dei fondali».

L’esperto ci tiene a sottolineare che il suo contributo «è costruttivo e tende a sollecitare i responsabili istituzionali a valorizzare il patrimonio ambientale ed archeologico locale». «Si fa presente che le ricerche che evidenziano la presenza di reperti partono da quella fondamentale di Piero Cantalupo nel libro “Acropolis”. Ma anche gli studiosi di Poseidonia-Paestum sono concordi nell’affermare che l’insenatura a nord di Agropoli (baia della Licina) era uno degli antichi porti di Poseidonia, anzi il primo, se ammettiamo con Emanuele Greco che i coloni Sibariti si stanziarono prima sul promontorio, a protezione del porto, e solo in un secondo momento fondarono Poseidonia.  Inoltre Emanuele Greco parla di ‘vecchissime notizie di rinvenimenti di una banchina in blocchi sul litorale a nord del promontorio’».  Poi passa in rassegna studi, articoli e immagini che confermerebbero la presenza di ancore preistoriche, colonne, porti antichi. «Questi indizi – conclude Ortolani – fanno pensare che una accurata indagine di ‘archeologia preventiva’ sicuramente farà emergere altre e sicure testimonianze dell’antico porto greco-romano».

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