Eccomi, sono Marina di Camerota, imprigionata dai politici, dagli imprenditori e dai suoi cittadini

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Eccomi, sono Marina di Camerota, imprigionata dai politici, dagli imprenditori e dai suoi cittadini

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Salve a tutti sono Marina di Camerota…

Beh..molti di voi mi conosceranno, ma mi voglio presentare a tutti i lettori in queste poche righe.

Sono un giovane paesino della splendida costa cilentana, giovane sia anagraficamente che turisticamente.

Eh si..perchè da pochi anni (qualche decennio) i miei abitanti mi hanno trasformato,ahimè, da piccolo borgo marinaro a residenza turistica per non si sa quale fascia di turisti.

In tutti questi anni varie amministrazioni si sono succedute nel governarmi e nell’approfittare di me per i loro comodi, senza mai dare un’impronta turistica adeguata ad un solo target di persone. Eh si..perchè la mancanza di un programma turistico ha portato tutti miei cittadini a rivolgersi a varie tipologie di turisti, lasciando al libero arbitrio, molte volte distorto,le scelte riguardanti le proprie attività, andando per forza di cose l’uno contro l’altro.

Sono un paese i cui abitanti si dividono da sempre (e dico sempre) in tre fasce:

una composta da una cerchia di poche e solite persone che continuano a battagliarsi e a scambiarsi i ruoli tra maggioranze e minoranze. Se ne dicono di tutti i colori da sopra un palco e poi, come per magia, si trovano affiancati a “lavorare“ insieme. Una classe politica che negli ultimi decenni mi ha semplicemente rovinato, vedi quel porto che a dire di tanti era un gingillo e che era il mio vanto, vedi il mio castello marchesale derubato e la torre del poggio svenduti a non si sa chi, vedi la collina al di sopra del castello stesso completamente rovinata, vedi il palazzetto dello sport che rimane lì giacente in Località Previteri. Una classe politica fatta di menefreghisti,una classe politica che nell’ultimo decennio ha fatto avvicinare alle mie sponde, alle mie grotte e al mio cuore persone che non avrei mai voluto avere vicino;

un’altra composta da piccoli imprenditori e titolari di aziende, che guerreggiano l’un l’altro per favorire al meglio la loro fascia di clienti, inventandosi a loro volta, vista la mancanza di un corpo che tuteli l’ordine e la giustizia (i vigili urbani), leggi che in nessun luogo al mondo potrebbero esistere e prendendo decisioni che influiscono sul resto della popolazione: vedi la panchina in Viale Pietro Troccoli divelta perché ostruiva di 40 cm un passaggio a sua volta non conforme; vedi una transenna che nella via parallela al lungomare (via Diaz) compare come per magia ogni sera e che blocca l’accesso ai veicoli per favorire l’occupazione del mio suolo pubblico da parte di qualche tavolino o carrello di metallo; vedi un’altra transenna che, con catenacci, ostruisce l’accesso alla piazzetta Bolivar per non disturbare i clienti seduti al tavolo sul “mio” suolo pubblico; vedi tanta gente che improvvisa fioriere di tutti i colori modelli e dimensioni per non permettere al vicino di parcheggiare davanti casa….ahhhh..e quanti esempi potrei ancora fare!

per finire c’è la fascia dei lavoratori più o meno onesti che sono, o dovrebbero essere, la colonna portante della mia economia, ma che, con mentalità acquisite altrove, si ritrovano a maledire ed evitare quei pochi mesi di lavoro che sono “costretti” a fare. Essi passano un intero inverno a maledirsi l’un altro attorno ad un tavolino e ad un mazzo di carte e a mandare avanti la baracca con quei pochi spiccioli nelle tasche, ad aggrapparsi al politico di turno per compiacenze e favoritismi che non migliorano per niente la loro condizione economica, anzi la distruggono ancor di più perché si ritroveranno a scrivere sul quel bigliettino lo stesso nome di chi sta o stava pian piano rovinandomi…

Questa sono io, MARINA DI CAMEROTA. Questa non vorrei essere più….

Lettera firmata

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