Da Camerota volano a Napoli simboliche scarpette per eterne richieste

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Da Camerota volano a Napoli simboliche scarpette per eterne richieste

Nella  vecchia, nobiliare Napoli, nell’antico Palazzo di Largo Tarsia, il cui cortile interno ancora evoca sognanti carrozze, in quel, pur se trascurato, spazio pregno di passato principesco, dove le arcate dei soffitti sembrano esistere per concentrare le energie, mi attraggono scarpette dagli alti tacchi, cristallizzate in trasparenti custodie, rinforzate in calchi di cemento e valorizzate ed impreziosite da colori e gemme varie. Sembrano abbandonate da Cenerentole fuggite alla realtà, ma lasciate nella speranza che Principi Azzurri le notino per giungere a loro! Sono sculture originali che divengono contenitori anche di piante, ma soprattutto di sogni che mai svaniscono. Guardo negli occhi l’Artista autrice proveniente da Marina di Camerota, Mina Cusati, e sento in essi tutta l’intensità degli antichi echi del Genius del Cilento, la sua dolce malinconia, la vibrante ma contenuta energia, e vedo in essi la bacchetta magica che ha realizzato questa serie di opere tanto simboliche! Antichi simboli femminili nella richiesta di fallici piedi per fatati, felici, perfetti incastri, ma anche simboli di desiderio di viaggi, non solo materiali, ma nel mondo onirico, nel raggiungimento di una felicità auspicata, le scarpette di Mina Cusati sono volate a Napoli, ma per voler proseguire in un mondo sognato migliore, più appagante!!  
L’Artista “dona” emotivamente le sue scarpette come anticamente usavano in Israele donare i propri sandali per suggellare importanti accordi. L’atto creativo comunica emozioni altrimenti irrecepibili, l’animo, a volte coscientemente, spesso inconsciamente, si denuda a chi sa recepire ed accogliere con un intenso brivido che annulla ogni distanza di diversi banali canoni!
Ridiscendo dal volo nel quale mi hanno condotto le scarpette e plano nell’habitat dove giovani artisti accolgono con caldo te e dolcini. Con allestimento estroso, realizzato con materiale povero, lo Spazio Ventre si rivela un crogiuolo di creatività dove “esplodono” fiori eleganti su longilinei steli le cui corolle offrono allo sguardo piccole sculture ornamentali dell’Artista Francesca Capasso. Noto l’esaltazione della fotografia che diventa Arte, di Adelaide Di Nunzio, che crea testimonianze, cimeli unici con originali collane o cinture realizzate con metalli che incastonano “preziosi” bianco-neri negativi fotografici. Intanto l’estrosa giovane fotografa veste e trucca la sua musa ispiratrice per poterla fotografare in una performance immediata. Tra creatività, estrosità, proposte più o meno esaltanti, lascio il luogo nella convinzione che QUESTE POTENTI ENERGIE GIOVANILI, CHE TANTO POSSONO DARE, MA ANCHE TANTO DISTRUGGERE, AVREBBERO CERTAMENTE BISOGNO DI MAGGIORE ATTENZIONE!!!

 

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