«Next Polis, idee per la città di domani», il libro scritto da 30 giovani presentato a Gioi

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«Next Polis, idee per la città di domani», il libro scritto da 30 giovani presentato a Gioi

Si tratta di un piccolo caso editoriale, con oltre 2500 copie già vendute giunto alla prima ristampa. È ‘Next Polis, idee per la città di domani’ edito da Marsilio, con la prefazione del sindaco di Firenze, Dario Nardella. Il libro, scritto a più mani da un gruppo di giovani amministratori, è stato presentato sabato primo ottobre a Gioi, nella cornice del ristrutturato convento di San Francesco. Presenti in sala anche molti sindaci di borghi cilentani come Novi Velia, Orria, Moio, Ogliastro, Omignano. La si potrebbe definire una piccola lezione di buona amministrazione quella messa in piedi dagli ospiti intervenuti, a partire da Davide Cadore, giovanissimo assessore del comune di Sandrigo (Vicenza) nonché presidente dell’associazione NextPolis che riunisce le giovani menti che vogliono progettare, appunto, la città del domani.

«In questo libro noi facciamo un’analisi della città, se vogliamo immaginare il domani dobbiamo prima conoscere veramente chi siamo – spiega Candore -. Si tratta di un modo diverso di conoscere, serve trasporto emotivo unito ad un approccio estremamente razionale». «Siamo noi amministratori chiamati ad essere imprenditori del territorio e per far questo serve fantasia, amore viscerale, credere fermamente in quello che si fa – continua il presidente di NextPolis rivolgendosi agli amministratori presenti in sala -. La visione che guiderà il futuro del tuo territorio non la puoi comprare da qualcun altro, deve nascere devi averla tu e questa è una grandissima responsabilità». L’efficienza quindi non è sufficiente, serve anche «spirito di comunità», superare i campanilismi, iniziare a parlare di luoghi e non di spazi. I primi protagonisti di un territorio sono i cittadini che lo abitano «La comunità è il valore principale da cui partire e gli elementi per disegnare un futuro solido ci sono tutti – conclude Cadore -. Bisogna coinvolgere tutti in un disegno, una città coesa è una città produttiva, un valore aggiunto. Trasferire valore attraverso il racconto di ciò che si è, lo fanno le aziende e i territori dovrebbero essere la base ma si pecca di una mancanza di abitudine nel pensare in questo modo». 

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