Omicidio Vassallo, interrogatorio fiume per il colonnello Cagnazzo: 11 ore davanti ai magistrati

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Omicidio Vassallo, interrogatorio fiume per il colonnello Cagnazzo: 11 ore davanti ai magistrati

Una nuova svolta nell’inchiesta sulla morte del sindaco di Pollica, Angelo Vassallo (foto in basso), ha visto lunedì scorso l’interrogatorio del colonnello dei carabinieri Fabio Cagnazzo, a distanza di un anno e mezzo dal decreto di perquisizione emesso dai pm salernitani nell’estate del 2022. Il primo cittadino del borgo cilentano, è stato ammazzato da mani ignote il 5 settembre del 2010. La verità non è ancora venuta a galla. L’ultima audizione, però, ha portato alla luce ipotesi inquietanti, mettendo in discussione la reputazione di un ufficiale che ha ottenuto notevoli successi nella lotta contro la camorra e i clan mafiosi.

Cagnazzo è accusato di concorso in omicidio volontario, aggravato dalla premeditazione e dal fine camorristico. I pm ipotizzano che il colonnello abbia contribuito all’organizzazione dell’omicidio di Vassallo, creando le condizioni per un «depistaggio mirato». Gli inquirenti parlano di una «messa in scena studiata a tavolino, finalizzata a far ricadere le accuse su un pusher di origini brasiliane», risultato estraneo al delitto in seguito alle prove raccolte. Inoltre, l’ufficiale «avrebbe avuto un ruolo nella fase conclusiva dell’agguato, durante l’esecuzione materiale». Sono ancora ipotesi al vaglio della magistratura.

Gli inquirenti, seppur non rivelando chi avrebbe effettuato i sette colpi fatali, parlano apertamente di una vera e propria «imboscata». Descrivono un momento in cui l’assassino e il sindaco si scontrano negli sguardi, quando Vassallo, rientrando a casa, «abbassa il finestrino della sua auto per incrociare lo sguardo di chi premerà il grilletto».

Il colonnello Cagnazzo non è l’unico finito sotto la lente di ingrandimento della procura di Salerno; due anni fa, in occasione dei decreti di perquisizione, il suo nome era stato associato ad altri come il carabiniere Luigi Molaro, l’imprenditore Giuseppe Cipriano (titolare di una sala cinematografica a Scafati), i fratelli DomenicoGiovanni e Federico Palladino che gestiscono una struttura ricettiva, oltre a Romolo e Salvatore Ridosso, ritenuti componenti del clan camorristico scafatese dei Loreto-Ridosso. La Procura ha ascoltato anche il pentito Raffaele Imperiale, ex broker del narcotraffico. L’inchiesta è guidata dalla procura di Giuseppe Borrelli, che ha coordinato l’interrogatorio del colonnello lunedì.

Difeso dall’avvocato penalista Ilaria Criscuolo, Cagnazzo ha risposto all’invito a comparire con determinazione, manifestando la volontà di confutare le accuse e dimostrare la sua integrità come uomo e militare. Il colonnello avrebbe potuto avvalersi della facoltà di non rispondere, ma ha scelto di affrontare un percorso dialettico che sembra basarsi sulle perquisizioni del 2022 e su alcune intercettazioni emerse durante le indagini. Undici ore di interrogatorio.

Il caso coinvolge anche il carabiniere Lazzaro Cioffi, attendente di fiducia di Cagnazzo, che la Procura ritiene coinvolto in un presunto patto. Cioffi, difeso dall’avvocato Saverio Campana, respinge le accuse di omicidio, anche se è stato precedentemente condannato per reati legati al traffico di droga e collusione con i narcos di Caivano. 

La vicenda continua ad avvolgersi in un’atmosfera di mistero, mentre la comunità attende risposte e chiarezza sulla morte del sindaco Vassallo.

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