Primarie Pd, disordini ai seggi a Rofrano «tra voti negati e tentativi di inquinamento»

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Primarie Pd, disordini ai seggi a Rofrano «tra voti negati e tentativi di inquinamento»

Polemiche e proteste ai seggi per le Primarie Pd a Rofrano. Ad oltre una ventina di persone domenica mattina è stato negato il voto dal presidente del seggio Giuseppe Viterale, già primo cittadino del Comune. Il perché è stato motivato dall’ex sindaco di Rofrano sostenendo che «chi appoggia chiaramente altri schieramenti politici o chi è appartenente ad altri partiti non può votare ad una elezione di partito». Ed è stato vietato il voto, sia al gruppo di maggioranza consiliare che ad alcuni parenti. Tra tutti anche la moglie del sindaco Nicola Cammarano e il padre di un consigliere di maggioranza. Tutto messo a verbale.

Per i più si è trattato di un grave atto di violazione della democrazia. Dunque, niente voto per cugini e nipoti di chi appoggia altri schieramenti politici pur non essendo iscritto a nessun partito; e sarebbe stato negato anche il diritto di verbalizzare, possibilità consentita – secondo il presidente del seggio – soltanto al rappresentante di mozione. Un clima di tensione sedato dall’arrivo dei carabinieri della stazione di Laurito. Rischiano dunque di avere una corporsa vena polemica le primarie che vedono il confronto fra i tre candidati alla segreteria Pd Matteo Renzi, Andrea Orlando e Michele Emiliano.  

Ma il gruppo del Pd di Rofrano fa sapere che è stato «un chiaro tentativo di inquinamento del voto da parte dell’amministrazione comunale», spiega Toni Viterale, ex sindaco, raggiunto dai nostri microfoni.

«Sono venuti al seggio per votare ma è noto che hanno un’avversione dichiarata al Pd, per cui il presidente in accordo con il gruppo non li ha fatti votare. – ha spiegato Viterale – Si tratta di un’elezione di partito e di fronte a un tentativo evidente di inquinamento del voto da chi è manifestatamente contro il Pd non può trincerarsi dietro scuse accampate. E’ strumentale. Bisogna tutelare una linea, delle dinamiche interne di un partito, di un gruppo a cui si è aderito da tempo. Abbiamo chiesto di tesserarsi, ma il loro rifiuto è una ennesima conferma che era tutto strumentale».

Ha aggiunto: «Per votare usiamo dei criteri. La mamma di un iscritto al Pd, per esempio, ha votato. La mgolie del sindaco Cammarano l’abbiamo considerata alla pari del marito, un voto strumentale. Lo abbiamo visto come un tentativo discendente da beghe locali. Di pessimo gusto inquinare le primarie di un partito». «Abbiamo chiamato i carabinieri che di fronte alle loro resistenze li hanno allontanati dal seggio» ha concluso.

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