Processo Vassallo, fondazione: «Vergognosa mancata costituzione parte civile del Pd»

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Processo Vassallo, fondazione: «Vergognosa mancata costituzione parte civile del Pd»

La Fondazione Angelo Vassallo Sindaco Pescatore, guidata dal presidente Dario Vassallo, attacca la segreteria nazionale e regionale del Partito Democratico per la decisione di non costituirsi parte civile nel processo sull’omicidio del sindaco pescatore, ucciso il 5 settembre 2010 a Pollica.

Una decisione che lascia sgomenti e amareggiati cittadini e sostenitori, e che rappresenta un atto di omissione grave, indegno e politicamente inaccettabile – denuncia Dario Vassallo –. Angelo, fino all’ultimo giorno della sua vita, ha incarnato i valori di legalità, trasparenza e impegno civico che il Partito Democratico dovrebbe promuovere. Dopo la sua morte, molte sedi del partito sono state intitolate al suo nome. Ma questi gesti simbolici non possono sostituire un impegno concreto a favore della giustizia”.

Durissimo anche il vicepresidente Massimo Vassallo: “Non è la prima volta che il Partito Democratico tradisce la memoria di Angelo. Questa scelta è un’offesa alla verità e alla comunità. Dimostra un distacco grave e inaccettabile tra ciò che il partito predica e ciò che realmente fa. La Fondazione continuerà a denunciare questa ipocrisia: la coerenza politica non può essere solo una bandiera da sventolare a convenienza, ma un impegno reale e costante”.

La Fondazione annuncia che non arretrerà di fronte a quella che definisce una “grave omissione”: “La lotta per la verità non è solo una questione giudiziaria, ma un dovere morale, culturale e sociale che riguarda tutti. Non possiamo permettere che l’ipocrisia politica calpesti il sacrificio di un uomo che ha dato tutto per il bene comune”, ribadisce Massimo Vassallo.

Nelle parole di Dario Vassallo anche un riferimento al passato: “L’esperienza con Franco Alfieri, denunciato al Pd oltre dieci anni fa, dimostra che non hanno capito nulla della politica campana. Oggi Alfieri è agli arresti domiciliari e indagato per corruzione e turbativa d’asta. La legge Cartabia è chiara: siete fuori, non solo da questo processo, ma dalla realtà del Paese”.

Infine, l’impegno a non fermarsi: “Non accetteremo più silenzi e omissioni. Continueremo a chiedere giustizia finché non sarà chiaro chi ha voluto la morte di mio fratello. La memoria di Angelo non merita ipocrisia politica, ma rispetto, impegno e giustizia concreta”.

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