Sindaco e dipendente comunale indagati. La difesa: “Accuse infondate”

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Sindaco e dipendente comunale indagati. La difesa: “Accuse infondate”

Un avviso di garanzia ha raggiunto il sindaco di San Giovanni a Piro con l’accusa di omissioni in atti d’ufficio. Il primo cittadino e il responsabile dell’ufficio tecnico sono stati iscritti nel registro degli indagati.

Le indagini riguardano 3 aspetti diversi, in uno dei quali è stato emesso l’avviso di garanzia al sindaco Giannì mentre per tutti e tre risulta coinvolto l’architetto comunale Raffaele Laino.

La difesa risponde che le “accuse sono infondate e che probabilmente si arriverà al proscioglimento”. Rocco Colicigno, avvocato difensore continua dicendo che “è stata richiesta l’archiviazione da parte del pubblico ministero di uno dei 3 capi d’accusa e l’udienza è stata fissata al 30 maggio”. Per uno dei 3 capi d’accusa tutto è iniziato con la denuncia da parte del gruppo di opposizione “Margherita” che ha contestato all’epoca dei fatti l’utilizzazione di un tecnico convenzionato per il condono anche per altre attività comunali. “Sembrano più dei giochi politici ma si sa la politica fa parte del gioco” difende ironicamente Colicigno volendo intendere che alla base di queste denunce ci sono quasi esclusivamente interessi politici . Per gli altri 2 capi d’accusa sono tuttora in corso le indagini.

La magistratura è stata chiamata a intervenire su due presunti abusi edilizi commessi da privati cittadini nei quali, al termine dell’indagine, sarebbero stati riscontrati «gravi indizi di colpevolezza» – secondo la procura – a carico del responsabile dell’ufficio tecnico. Sembra che per uno dei due abusi edilizi, il responsabile dell’ufficio tecnico abbia omesso di emanare le previste ordinanze di sospensione di lavori e demolizione. Il terzo procedimento giudiziario, invece, accusa l’architetto Laino e il sindaco per omissione in atti d’ufficio. Entrambi avrebbero omesso di fornire una risposta ai consiglieri dell’opposizione Palazzo e Gagliardo che, nell’ottobre del 2010, chiesero copia dell’atto che indica le zone demaniali su cui è possibile eseguire i fuochi pirotecnici.

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