Sara Musto, le sue poesie nell’antologia curata da Elio Pecora

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Sara Musto, le sue poesie nell’antologia curata da Elio Pecora

di Antonio Vuolo

I suoi scritti sono stati pubblicati sulla rivista internazionale “Poeti e Poesie”, curata dal poeta e saggista italiano Elio Pecora, nato a Sant’Arsenio, nel Vallo di Diano. La protagonista è una giovane studentessa di Pattano, frazione di Vallo della Lucania, Sara Musto, che in questi giorni ha visto pubblicati sulla nota rivista alcuni suoi scritti, dopo che già durante l’estate scorsa aveva mandato dei scritti allo scrittore Elio Pecora, che nella sua carriera ha conosciuto e collaborato con artisti del calibro di Elsa Morante e Pier Paolo Pasolini. Grande, ovviamente, la soddisfazione della 23enne studentessa universitaria. «Quando a luglio dello scorso anno – racconta Sara Musto – sentii la sua segretaria a telefono mi scoppiarono anima e cuore. Le antologie curate da questa rivista anni fa hanno accolto nomi forti. Vi scrisse Alda Merini, vi scrisse anche Mario Luzi. Mi sento tremendamente piccola, oggi. Penso – confessa la studentessa – a chi non c’è più, ma c’è sempre, che nient’altro mi smuove la penna».

Poeti e Poesie, di tanto in tanto, concede spazio al talento e la creatività dei più meritevoli giovani emergenti, pubblicando alcune delle loro opere. Sara Musto, giovane classe 1997 di Pattano (Vallo della Lucania), è una studentessa iscritta facoltà di lettere classiche, all’università Federico II di Napoli che nella passata estate provò a strappare le attenzioni della rivista romana. La cilentana, infatti, inviò, cosi, alcuni versi da lei creati alla rivista e, nel luglio scorso, fu poi ricontattata dagli uffici di Elio Pecora. Il gradimento fu così alto che alla giovane Sara vennero richiesti nuovi componimenti da racchiudere in una piccola antologia. La ragazza inviò cosi altri due stesure, pubblicate, da pochi giorni, proprio su Poeti e Poesie. «L’antologia appena uscita – conclude la giovane artista – cui ho contribuito con tre poesie si chiama M’illumino d’immenso. Ho scelto questo titolo perché esattamente cento anni fa fu pubblicata da Ungaretti la poesia Mattina. Questa diventò celebre proprio per i suoi pochi e unici versi “M’illumino d’immenso”».

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