Scandalo sanità nel Cilento, non ci sono posti e manca il personale: pazienti a rischio

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Scandalo sanità nel Cilento, non ci sono posti e manca il personale: pazienti a rischio

Gli ospedali del Cilento sono al collasso, come le strade. Plessi sempre più irraggiungibili, alcuni addirittura chiusi, altri mal funzionanti.  La salute dei cittadini e dei turisti non è sempre garantita. Il diritto di essere curati e soccorsi resta in bilico. Le criticità aumentano a vista d’occhio quando il territorio raggiunge il picco massimo di presenze, cioè, nel mezzo di agosto. Un bacino che si quadruplica. Il Cilento passa da circa 270 mila presenze a oltre un milione. Gli emigrati tornano nella loro terra natale. I turisti sono a caccia di angoli di paradiso e i residenti, soprattutto quelli lungo la costa, lavorano notte e giorno. La chiusura dell’ospedale di Agropoli, avvenuta due anni fa per mano del direttore generale dell’Asl Antonio Squillante, ha lasciato un vuoto incolmabile tra Paestum e Castellabate. Diversi chilometri di costa non coperti da assistenza sanitaria rapida. E succede così che qualche giorno fa, durante la «Notte blu» ad Agropoli, una donna si accascia al suolo raggiunta da un malore improvviso e perde la vita in ambulanza mentre sta per raggiungere il nosocomio di Battipaglia. Quello vicino di Agropoli, appunto, sarebbe stato molto d’aiuto, come confermano anche i medici nel giorno dei funerali.

Vallo, Sapri, Polla
Razzolano nel buio anche altri presidi sanitari. Vallo della Lucania ha carenza di posti letto. Un imprenditore di Marina di Camerota, ad esempio, qualche giorno fa è incappato in un incidente stradale lungo la strada Mingardina. Ha riportato un trauma cranico, la frattura di tre costole e un braccio. L’ambulanza lo ha accompagnato al San Luca, ma lui ha chiesto il trasferimento in una stanza dell’ospedale dell’Immacolata di Sapri perchè lo avevano sistemato in un corridoio per mancanza di posti letto. In questi due ospedali, compreso il Luigi Curto di Polla, nei giorni d’estate entrare nei pronto soccorso è una scommessa. Attese lunghe, file di pazienti a volte con ferite e traumi anche gravi. Nei tre ospedali c’è carenza di personale. Nel Vallo di Diano i problemi maggiori vengono riscontrati nei reparti di Chirurgia e Medicina. A Sapri, invece, difficoltà vengono registrate a Cardiologia e la Rianimazione. Con il personale che va in ferie e l’aumento della popolazione, la situazione diventa rischiosa. E intanto è come una corsa all’autunno, gli infermieri pregano e lottano: «Speriamo di arrivare presto a metà settembre con l’aiuto del Signore e cercando di salvare quanti più casi è possibile senza rischiare nulla oppure, meglio essere precisi, cercando di rischiare il meno possbile».

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