Dl precari è legge, novità su graduatorie e supplenze

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Dl precari è legge, novità su graduatorie e supplenze

ROMA (18 novembre) – Via libera definitivo dal Senato al decreto sui precari della scuola. Il testo, approvato con 137 sì di Pdl e Lega, 113 no di Pd e Idv e sette astenuti di Udc e Svp, è legge, visto che non ha subìto modifiche rispetto all’esame della Camera.

La maggioranza, infatti, ha blindato il testo che scadeva il 23 novembre, ma è stato approvato un ordine del giorno del senatore Giuseppe Valditara (Pdl) che impegna il governo «a varare un piano pluriennale per la progressiva stabilizzazione del personale precario della scuola italiana entro l’approvazione del prossimo Dpef. Ecco, in pillole, il provvedimento di un solo articolo che tenta di mettere ordine nel settore dei precari e di garantire la continuità del servizio scolastico per quest’anno scolastico ed è stato ribattezzato decreto salva precari. Termine, però, contestato dall’opposizione che ritiene i suoi effetti del tutto opposti.

Inserimento per supplenze temporanee. I precari della scuola che l’anno scorso avevano un contratto annuale e rimasti quest’anno disoccupati avranno la precedenza assoluta a prescindere dall’inserimento nelle graduatorie di istituto per le supplenze brevi per le assenze temporanee dei titolari.

Platea allargata ai "180 giorni". Accede alle supplenze anche chi, attraverso graduatorie di istituto, ha maturato lo scorso anno, almeno sei mesi di supplenza.

Progetti ad hoc fino a 8 mesi. I precari che percepiscono la disoccupazione possono essere impiegati percependo una indennità in progetti «di carattere straordinario» che possono durare fino a 8 mesi e che le scuole possono promuovere, in collaborazione con le regioni (che li finanziano).

Inserimento con turn over. Non è escluso che i contratti di supplenza dei precari si possano trasformare in contratti a tempo indeterminato ma questo accadrà solo nel caso di immissione in ruolo. La norma salva anche gli scatti stipendiali dei precari.

Graduatoria unica dal 2011. Graduatoria unica a partire dal 2011. Da quell’anno, infatti, si dovrebbe arrivare alla riduzione a due del numero delle province per le quali si può esercitare l’opzione da parte degli insegnanti, nonchè introdurre l’inserimento nelle graduatorie secondo la modalità ‘a pettinè. Con questa norma il governo dà anche l»interpretazione autenticà sull’inserimento in coda nelle graduatorie dei precari nelle tre province ulteriori scelte e bocciata dal Tar.

Giro di vite sui falsi disabili. I docenti precari che chiedono l’inserimento in graduatoria in una provincia diversa da quella di residenza usufruendo della legge 104 sui disabili saranno sottoposti a controlli più stringenti. Si tratta di una proposta della Lega che prevede, che i certificati che attestano la disabilità vengano controllati sia nella provincia di residenza che in quella di destinazione.

Anagrafe degli studenti. Il ministero dell’Istruzione può acquisire dalle istituzioni scolastiche i dati personali, sensibili e giudiziari degli studenti e altri dati «utili alla prevenzione della dispersione scolastica».

Stretta su esame stato per esterni. Stretta per i candidati esterni a sostenere l’esame di Stato. Anche chi risulta in possesso della promozione all’ultimo anno, infatti, dovrà sostenere un esame preliminare sulle materie previste dal piano di studi dell’ultimo anno.

Salva-spese sui libri di testo. I libri di testo, che vengono adottati potranno essere cambiati solo per esigenze legate alla modifica degli ordinamenti scolastici oppure se vengono scelti testi «in formato misto o scaricabili da Internet».

Gelmini: segnale importante. Ovviamente soddisfatto il ministro Maria stella Gelmini :«Si tratta di un segnale importante perché i provvedimenti presi sono finalizzati a garantire il regolare svolgimento dell’anno scolastico e ad assicurare la continuità didattica»: così il ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini.

Il Pd: taglia e non salva nessuno. Parole dure dall’opposizione. Il cosiddetto decreto salva precari «non salva nessuno ma conferma tagli per 8 miliardi». Lo dichiara il senatore del Pd Antonio Rusconi. «Questo decreto – dice – viene chiamato inopportunamente salva precari. Esso infatti non salva nemmeno un precario della scuola. Eppure sarebbe stato sufficiente applicare il piano di assunzione triennale previsto nella Finanziaria del 2007 del Governo Prodi». «La realtà – conclude Rusconi – è che questo decreto non è altro che la piena applicazione dell’articolo 64 della legge 133 del 2008. Si tratta cioè della norma che prevede tagli per 8 miliardi nella scuola italiana».

Cisl: soddisfazione e riserve. «Forti riserve» sulle graduatorie. Le esprime la Cisl scuola che registra positivamente «l’ampliamento della platea dei beneficiari delle misure straordinarie a quanti hanno svolto, nel 2008/09, una supplenza di 180 giorni (il decreto legge prendeva in considerazione solo le supplenza annuali o fino al termine delle lezioni)». «Il ministero – osserva a questo proposito – dovrà ora provvedere, come già annunciato, a una riapertura dei termini per le nuove istanze di accesso ai benefici». Sulla questione delle graduatorie, pur ritenendo positiva la soluzione indicata per le attuali graduatorie, la Cisl scuola ribadisce le proprie «forti riserve» per «l’evidente contraddizione che si determina prevedendo, per il prossimo aggiornamento, il ripristino della possibilità di inserimento a pettine in una diversa provincia».

Una giornata di mobilitazione da tenersi l’undici dicembre, con un corteo che arrivi sotto al ministero dell’istruzione dell’universita’ e della ricerca, in viale Trastevere a Roma, e uno sciopero generale di tutte le componenti della scuola per chiedere l’immediato ritiro del decreto ‘salva precari’, del disegno di legge Aprea sula scuola e di quello Gelmini sull’Universita’. A proclamarla e’ il Coordinamento Precari Scuola che, in un incontro pubblico tenuto oggi, ha spiegato: "Il progetto del Governo Berlusconi in materia di istruzione pubblica e’ incentrato su due elementi: tagliare e impoverire la scuola e aprire il settore della formazione e della conoscenza al mercato. Strumento chiave di questa politica e’ il DDL Aprea, il cui obiettivo e’ quello di trasformare le scuole da istituzioni democratiche in fondazioni private, rette da un consiglio di amministrazione presieduto dal Dirigente Scolastico. In questo modo vi sarebbe un’allarmante perdita della liberta’ di insegnamento determinata dalla subordinazione dei docenti ai consigli di amministrazione. Inoltre la modificazione dello stato giuridico del docente, accompagnata dalla riduzione del livello della contrattazione nazionale rispetto a quella regionale e d’istituto, elimineranno una reale rappresentanza delle Rsu nelle scuole. Tutto questo contrasta coi principi costituzionali che progettano una scuola pubblica, laica e libera, dove viene individuato nel sostegno all’istruzione un veicolo di mobilita’ sociale dei cittadini meno abbienti". E, conclude il coordinamento: "Come cittadini ed insegnanti chiediamo il ritiro dei tagli alla scuola previsti dalla 133/2008 e un consistente investimento di risorse per la scuola pubblica statale; il ritiro degli schemi di Regolamento di riforma degli istituti tecnici e professionali e dei licei; il ritiro del disegno di legge Aprea e di tutti i provvedimenti ad esso collegati; il ripristino delle compresenze e del modulo nella scuola elementare e la valorizzazione del tempo pieno; l’abolizione del rapporto 1/2 docenti sostegno/alunni diversamente abili e ripristino della deroga per l’attribuzione di ore aggiuntive per casi particolarmente gravi; un piano di assunzione pluriennale a tempo indeterminato per tutti i precari; il ritiro del decreto ‘salva precari’; il ritiro del disegno di legge Gelmini sull’Universita’".

 

FONTE: il messaggero

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