Scivolone artistico – culturale per la cittadina di Pollica. Una scelta poco felice la mostra di falli di ceramica?

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Scivolone artistico – culturale per la cittadina di Pollica. Una scelta poco felice la mostra di falli di ceramica?

E’ strano scoprire un’incertezza organizzativa,  una sorta di confusione, che ha colpito Pollica, organizzando e proponendo in contemporanea una duplice perfomance nel bellissimo castello restaurato e inaugurato nel mese di giugno. L’esposizione di prodotti locali, caciocavalli, formaggi e soppressate, da una parte, e dall’altra una mostra d’arte contemporanea di ceramiche realizzate dalla fornace Falcone di Montecorvino Rovella. Enormi falli in ceramica e terracotta, realistici e in erezione.
Eppure Pollica è quel sito che ha ancora in programmazione “Scene d’Estate”, che nelle precedenti edizioni ha ottenuto ottimi consensi, con un richiamo di pubblico numerosissimo, e che quest’anno si caratterizza per la proposizione di gran respiro culturale con la presenza in cartellone di spettacoli che sono stati tratti da importanti classici come “Il vecchio e il mare” di Ernest Hamingway. Eppure Pollica ha raggiunto quanto di meglio poteva con le sue bandiere blu, da fare invidia all’intera costiera cilentana. Pollica ha il Museo del mare. E un sindaco vivace e accorto per il suo territorio da fare onore.
Ora, proporre in contemporanea caciocavalli e falli di ceramica, si spiega solo considerando quell’incertezza, quella confusione di cui si è detto. Oppure il Comune, o gli organizzatori non hanno potuto tirarsi indietro ad una richiesta come quella fatta e proposta, artisticamente, dal ceramista Falcone. Pare che per il pavimento del castello, dice qualche maligno, siano state utilizzate le terracotte di Raffaele Falcone. La mostra di falli di ceramica è stata allestita nelle sale del castello che, come hanno riferito i cittadini di Pollica seriamente turbati e offesi da questo evento,  fu dimora di Sant’Alfonso De’ Liguori,  che all’epoca  studiò e raccolse notizie sulle abitudini pagane del Cilento. Profanare quel luogo attraverso una tale distesa fallica non si tollera. Addirittura anche i turisti la schivano infilandosi nella sala dei caciocavalli, e l’amministrazione comunale? Gli organizzatori? Sarebbe curioso, infine, sapere cosa veramente ne pensano di questa performance. Perché se si scoprisse che anche l’arte ha un prezzo che non si può rifiutare, ci sarebbe da preoccuparsi e molto.

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