Volontaria di Ascea in prima linea: «Così combatto il randagismo»

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Volontaria di Ascea in prima linea: «Così combatto il randagismo»

Il randagismo sul territorio cilentano è un fenomeno che si mantiene costante nel tempo. I numeri sono alti ma pochi sono i volontari che agiscono in prima linea. Le istituzioni fanno quel che possono ma spesso lasciano soli che, questi problemi, tenta di risolverli. Ne è un esempio la storia di una volontaria di Ascea che di tasca propria porta a sterilizzare i randagi per evitare altre cucciolate e quindi l’ampliarsi del fenomeno. Riceve e accudisce anche cani che le vengono consegnati dalle forze dell’ordine, cuccioli ritrovati per strada oppure nella pineta di Ascea, meta abituale di un grande branco. «Ascea è piena di randagi e nessuno ci aiuta – racconta al giornale del Cilento la volontaria -. Sono anni che cerchiamo di combattere il randagismo ad Ascea ma sembra che ogni volta nascono problemi».

«I volontari che operano nella zona sono pochissimi, tre persone in particolare si espongono anche rimettendoci molto denaro. L’ultima operazione per la cattura di una randagia è venuta a costare 220 euro – continua a spiegare a volontaria -. Abbiamo chiesto al sindaco di Ascea di fare la reimmissione nel territorio, cosa che avrebbe comportato la microchippatura a nome del comune». «Il sindaco si è rifiutato Costringendoci a ricorrere ad un veterinario privato per la sterilizzazione. Se il sindaco avesse adottato la reimmissione, di cui c’è un mandato, avremmo potuto sterilizzare la cagnolina in una struttura della asl di Salerno e risparmiare 120€» l’importanza di sterilizzare la cagnolina è dovuta al fatto che, facendo parte di un enorme branco, partoriva continuamente cuccioli andando ad aumentare il numero di cani senza padroni e senza casa all’interno del comune. Ma questo non è l’unico caso in cui il comune lascia da soli i volontari.

«Due estati fa ho dovuto portare una cucciolata intera alla clinica Lanaro di Battipaglia, ho chiesto al comune di Ascea di fare una colletta per le spese dei cuccioli ricoverati. Non ho ricevuto neppure un centesimo – tra i cuccioli anche due esemplari consegnati alla donna dai carabinieri -. Ora il paese è pieno di cagnoline che tra non molto partoriranno altri cuccioli». Una situazione complessa stando alle parole dell volontaria. Il randagismo è ancora molti diffuso come anche l’abbandono che spesso, nel Cilento, sono problemi che si risolvono con una dose di topicida. Le istituzioni sembrano avere altre priorità e solo con lo sforzo di pochi singoli la situazione resta sotto controllo o quasi. Ne è un esempio la storia di Daniela e Francesca.

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