Zuchtriegel: «Suono il pianoforte in concerto a Pioppi per raccontare il mondo classico»

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Zuchtriegel: «Suono il pianoforte in concerto a Pioppi per raccontare il mondo classico»

Un archeologo al pianoforte. Gabriel Zuchtriegel, direttore del Parco e del museo archeologico di Paestum, martedì 6 (ore 21,30) è in concerto a Pioppi, nel Cilento, per il festival della Dieta mediterranea, all’interno del Giardino Palazzo Vinciprova. Già lo scorso anno Zuchtriegel si era esibito alla tastiera nello scenario magico dei templi pestani. Ora la scelta di una “piazza” diversa. Il direttore guida il Parco e il museo di Paestum dall’autunno del 2015 e a meno di quattro anni dalla scadenza del mandato è stato riconfermato nell’incarico. Nel 2015 Paestum aveva registrato 279.078 visitatori, nel 2018 ha chiuso a quota 427.339 ingressi. L’obiettivo del mezzo milione di visitatori non è più un’utopia, anche se l’archeologo tedesco ha sempre insistito sul concetto che più che il numero dei biglietti staccati vale l’ampliamento della fruizione a persone con disabilità, alle famiglie, al territorio, alle scuole. Fatto sta che quando arrivò alla guida del sito, pochi scommettevano su un radicale cambiamento. Zuchtriegel così prosegue nel suo lavoro e tra pochi giorni siederà al pianoforte a Pioppi.

Che fa, direttore, cambia mestiere?
Tutt’altro! Racconto il “senso del classico” attraverso la musica e l’archeologia, quindi le due cose si integrano. Il tema sarà come la cultura classica, che per me è innanzitutto quella greca e magno-greca, possa incidere sul nostro presente, anche sulle nostre vite individuali. Dunque un racconto tra ricerca scientifica e vita personale. E che sarebbe la vita senza musica? Un errore, diceva Nietzsche.

Quando nasce la sua passione per il pianoforte?
Mio padre dava lezioni di pianoforte, avevo due-tre anni e quando suonava giravo come uno strummolo, andavo in trance finché mia mamma non mi fermava. Ancora oggi la musica per me significa più che ogni altra forma d’arte la trascendenza dei limiti della vita personale, individuale, l’apertura di uno spazio di libertà al di là del quotidiano”

Che programma ha per gli ospiti della serata cilentana?
Suonerò con il gruppo di musica cilentana “Atammusia” e con la cantante Paola Salurso.

E cosa c’entra questo con un tedesco che vuole parlare della cultura classica?
“Spero si chiarirà nel corso della serata, durante la quale vorrei raccontare il classico non come identità e come radici, ma come liberazione e come ricerca di alternative storiche e future.

Direttore, Paestum ospita concerti e spettacoli: cosa c’è in programma questa estate? Perché visitare Scavi o museo d’estate?
Perché quando fa molto caldo, ci può andare anche di sera: per tutto agosto, da giovedì a domenica siamo aperti fino alle 23,30, e grazie alla Regione nell’area archeologica si possono guardare le stelle con un telescopio e scoprire le origini mitiche delle costellazioni, che in molti casi risalgono all’antichità. Poi ci sono concerti e interventi musicali dei licei musicali della Campania, c’è il cavallo di Mimmo Paladino, e ovviamente i templi dorici, che valgono sempre un viaggio.

A Paestum l’ingresso è gratuito ogni giovedì sera: come risponde il pubblico?
Molto bene, anche perché abbiamo organizzato un aperitivo-degustazione nell’area archeologica con Slow Food tutti i giovedì sera. L’obiettivo è di coniugare l’avvicinamento dei cittadini al patrimonio attraverso le gratuità introdotte dal ministro dei beni culturali Alberto Bonisoli con la promozione della cultura enogastronomica del territorio, cosa che il nostro pubblico sta apprezzando molto.

Il direttore generale Musei Antonio Lampis ha annunciato il rinnovo del suo contratto fino al 2023, così come quello di Paolo Giulierini. Come si sta preparando alla nuova sfida? Che progetti ha in mente per Paestum?
Sono tante le progettualità in corso. Con i funzionari del Parco stiamo implementando una strategia pluriennale per il monitoraggio e la manutenzione del sito, prendendo spunto dalle esperienze virtuose di Pompei e da un confronto continuo con università e ricerca. Inoltre abbiamo avviato un confronto tra Parco, ministero per i beni e le attività culturali, prefettura ed enti locali per la riqualificazione della Buffer Zone, ovvero l’area intorno al sito archeologico. Lì, nel futuro vorremmo vedere piste ciclabili, sentieri, coltivazioni tradizionali e luoghi della bellezza al posto di baracche e strutture fatiscenti abusive per il bene del territorio e della comunità. La bellezza di Paestum non si deve fermare alle mura antiche della città, ma si deve riverberare su un’area sempre più estesa.

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