Shell insiste e apre iter per cercare giacimenti di petrolio nel Vallo di Diano

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Shell insiste e apre iter per cercare giacimenti di petrolio nel Vallo di Diano

Shell torna sull’argomento, e dopo il passo indietro fatto a luglio, invia una istanza di valutazione di impatto ambientale al ministero dell’Ambiente per il permesso di ricerca di idrocarburi nell’area del Monte Cavallo tra la provincia di Salerno e Potenza. Il luogo interessato è nel territorio tra Basilicata e Campania. Coinvolte Atena Lucana, Montesano sulla Marcellana, Padula, Polla, Sant’Arsenio, Sala Consilina, Sassano e Teggiano per il Vallo di Diano. Brienza, Marsico Nuovo, Paterno e Tramutola per la Basilicata. A luglio ha rinunciato alla ricerca «in ragione della sopravvenuta necessità di valutare variazione e modifiche rispetto al contenuto dell’istanza». E a distanza di alcuni mesi, torna a muoversi l’interesse della compagnia per i giacimenti di metano e di greggio nascosti sotto i nostri piedi. La Shell ha aperto l’iter per cercare giacimenti nel sottosuolo tra Campania e Basilicata. «Le istanze – scrive la compagnia petrolifera in un comunicato stampa – sono state presentate per procedere alla rielaborazione ed alla reinterpretazione, con tecniche d’avanguardia, del database geofisico già esistente per le aree oggetto della Via». «E – precisa – non prevede alcun tipo di attività sul territorio dei singoli comuni, ma semplicemente lo studio di dati geologi, attraverso un software che verrà analizzato all’interno degli uffici Shell. Qualora da questo studio dovessero emergere dati positivi– scrive ancora Shell – continuando il dialogo con le Istituzioni nazionali e locali nel pieno rispetto della legge, del territorio e dei suoi abitanti, presenterà una specifica valutazione di impatto ambientale per ciascuna delle fasi successive previste nell’eventuale programma lavori». Comuni e associazioni pronte al ‘no’ e alla mobilitazione. «Il petrolio non ci serve. Fatevene una ragione. – tuona Michele Cammarano, consigliere regionale del Movimento cinque stelle – A che scopo? Parliamo di un’area che comprende un Parco nazionale, 4 siti Unesco e un bacino idrologico di acqua potabile importantissimo. Parliamo di una popolazione che si è già espressa decine di volte in modo netto e chiaro contro le trivellazioni. – aggiunge – Parliamo di un territorio limitrofo a quello lucano nel quale gli effetti sull’ambiente e sull’economia delle estrazioni sono sotto gli occhi di tutti. Nella migliore delle ipotesi il petrolio porta povertà. Il futuro del Vallo di Diano – conclude – non è nel consumo delle sue risorse fossili, ma nella valorizzazione di quelle naturali e storiche, che sono alla luce del sole».

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