Spaccio droga in Cilento, sospettato morte Vassallo ottiene scarcerazione

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Spaccio droga in Cilento, sospettato morte Vassallo ottiene scarcerazione

Il tribunale di Vallo della Lucania aveva condannato Bruno Humberto Damiani a sei anni e undici mesi di reclusione in primo grado. In secondo grado la pena è stata ridotta drasticamente. La Corte d’Appello di Salerno, invece, nell’ambito del processo che lo aveva visto coinvolto per lo spaccio di droga in diversi comuni del Cilento, ha deciso per un ulteriore sconto di pena e per la scarcerazione. Ma il «Brasiliano», soprannome che gli è stato attribuito negli ambienti malavitosi del Salernitano, resta in carcere per aver commesso altri reati. Fino ai primi mesi del 2016 era l’unico indagato per la morte di Angelo Vassallo, il sindaco pescatore ucciso a colpi di pistola la mattina del 5 settembre del 2010. I killer, i mandanti e il disegno criminoso, non sono ancora noti agli inquirenti. In questo processo Damiani era accusato di essere lo spacciatore di fiducia di Francesco Avallone, (ex fidanzato della figlia di Angelo Vassallo) cui avrebbe ceduto delle dosi di cocaina e per questo arrestato. Damiani ha altri guai sul groppone. Come le presunte minacce rivolte ai fratelli Augusto e Walter Materazzi. I tre sarebbero stati avvicinati affinché non testimoniassero contro Damiani in un altro processo, sempre per droga. Intanto in procura, dopo un’interrogatorio, Damiani avrebbe ammesso di aver avuto un battibecco con Vassallo. Ma si è sempre dichiarato innocente riguardo l’omicidio del primo cittadino di Pollica.

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