Quando Sacco salutò il cittadino onorario Guglielmo Epifani: il racconto di una visita commovente (FOTO)

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Quando Sacco salutò il cittadino onorario Guglielmo Epifani: il racconto di una visita commovente (FOTO)

Era il 18 gennaio 2010 quando l’allora segretario generale della Cgil Guglielmo Epifani arriva a Sacco, paesino dell’Alto Calore di circa 500 anime (luogo di nascita della madre) per ricevere la cittadinanza onoraria. ‘Benvenuto al nuovo cittadino’ recita il cartello retto dai 13 bimbi della scuola elementare che lo accolgono. Epifani va a salutarli. Don Carmine Troccoli parroco di Sacco e rettore del santuario della Madonna della Neve di Novi Velia lo accoglie, gli illustra le opere d’arte nella chiesa di S. Silvestro e gli regala tre libri sulla storia del paese.

«Apprezzo molto anche perché nella mia precedente vita mi occupavo di editoria». Segue un lungo giro per il borgo: corso Vittorio Emanuele una sbirciata alle viuzze laterali e saluti alla popolazione incuriosita alle finestre per salutare. «Ho parlato davanti a un milione di persone ma non nascondo che questa sera mi è molto più difficile» – confessa – «Qui ci sono case per tremila persone», ricorda l’allora primo cittadino Antonio Macchiarulo nella chiacchierata per le vie del paese «Ma tutto è ben tenuto, complimenti», sottolinea Epifani che con gli occhi cerca lo slargo dove giocava a ‘mazza e taccara’ tipico gioco sacchese. Nella passeggiata, poi, uno sguardo commosso corre alla piazzetta dell’Annunziata, qui, infatti, scorge la casa del nonno Vincenzino Conforti, possidente terriero e commerciante. «La vita mi ha portato lontano, prima con mio padre, e poi con il mio lavoro. Vi chiedo scusa di non aver curato di più i contatti con il paese». La madre di Guglielmo Epifani, infatti, aveva quattro sorelle e un fratello. Dopo la passeggiata tutti al Comune per un breve incontro con l’adesso nuovo segretario Pd. Il vicesindaco Franco Latempa racconta delle tante telefonate e mail arrivate da ogni parte del mondo per salutare l’illustre concittadino. Pasquale Masullo, consultore degli emigrati italiani negli Usa e a capo di un’associazione di sacchesi a New York con oltre duemila iscritti, ha mandato una mail commossa. Poi i temi caldi che ancor oggi affliggono il Cilento primo fra tutti le strade: «Ci vogliono ancora due ore per arrivare qui da Salerno, non è giusto». Poi l’invocazione perché ai giovani che ancora resistono nel paese alle pendici del monte Motola si dia un lavoro che possa mantenerli nel paese e non sradicarli come è avvenuto ai loro nonni e genitori. «Si conservi la scuola ai bambini. Risparmiare sulla loro pelle o sull’assistenza sanitaria ai nostri anziani è una crudeltà». La gente si alza in piedi, applaude a lungo. «Sei uno di noi», gli urlano.

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