Montecorice: Peppone e don Camillo parte seconda: «La messa non s’ha da fare»

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Montecorice: Peppone e don Camillo parte seconda: «La messa non s’ha da fare»

Ancora una lettera di Domenico Funicello sul fatto accaduto ad Ortodonico tra il parroco e la confraternita locale. Sembra, da quando scrive Domenico, che il parroco si sia vendicato non officiando più la messa nella frazione di Montecorice. La storia continua.

Buongiorno,
qualche settimana fa si era consumata, nella chiesa di S. Antonio Abate in Ortodonico, frazione del comune di Montecorice, una rottura disastrosa tra la confraternita e il parroco Don Massimo Volpe, in seguito a una riunione voluta dallo stesso parroco, e che era stata resa pubblica sul Giornale del Cilento.
Ebbene, giovedì 17, giorno della festa del Santo Patrono, S. Antonio Abate appunto, il parroco ha voluto dare un seguito a quello che era successo la sera del 3 scorso, avvisando la popolazione che dalla prossima domenica, ossia dal 20 gennaio, Egli non officerà più la liturgia della S. Messa a Ortodonico, ma solo nella Chiesa parrocchiale situata in località Assunta, a qualche chilometro di distanza.
Si è tanto parlato e si parla in questi giorni della chiusura degli uffici postali in tanti paesi del Cilento, e Ortodonico è stato uno di questi, così adesso le tante persone, per lo più in età avanzata, che devono riscuotere la pensione o fare altre commissioni postali devono recarsi nel capoluogo, ma non si era ancora fatto i conti con le chiese, adesso anche la casa del Signore chiude i battenti, e non importa se la maggior parte dei fedeli di questo paese “infedele” non potrà recarsi nella chiesa parrocchiale ad ascoltare la Santa Messa, non è mica colpa del prete se la maggior parte della popolazione si è ribellata ai suoi dettami.
E poi il Vescovo è dalla sua parte, pare gli abbia detto che assolutamente non deve officiare nessuna messa a Ortodonico, ma solo in Parrocchia.
Signori, io mi chiedo con quale ardire si sente poi che la gente si allontana da Dio e dalla Fede, che solo le vecchiette seguono le funzioni religiose la domenica, ma una persona coscienziosa può condividere un comportamento come quello che un tal Pastore della Chiesa tiene? Guardate, io sono “amico” come si dice oggi di altri Don, ho avuto modo di interagire con personaggi della portata di Ernesto Olivero e Don Luigi Ciotti, ho più volte avuto scambi di idee con Don Giuseppe Viotti (un miracolato di Lourdes), e ho sempre trovato disponibilità, umiltà e collaborazione, non credevo di dover prendere carta e penna per scrivere di un parroco che ha vestito i panni del “vendicatore di Dio” contro i miseri pagani di un paese che, da sempre, ha vissuto la propria vita in stretto connubio con la Chiesa, con i preti (negli anni se ne sono succeduti 2 del paese stesso), e soprattutto mettendo la propria disponibilità ogni volta che la campana ha suonato, per S. Antonio e per Maria Santissima delle Grazie la gente si sarebbe venduto anche la propria mamma, e adesso si vede chiudere in faccia le porte di quella Chiesa che ha tanto onorato e tanto amato, per cui si è spogliata di ogni bene, pur di esserne parte e fiera, e per colpa di chi, poi? di un giovane prete che ha voluto colpire, col suo gesto, non tanto i  giovani, che popolano la borgata, ma gli anziani, i fedeli veri, quelli che hanno sempre detto di sì alle sue richieste.
Bel colpo, Don, questa battaglia l’ha vinta, vedrà che sollievo domenica quando non avrà tra i piedi quei quattro gatti di Ortodonico!    
Complimenti davvero, questa sì che è vera umiltà, fede, comprensione, oserei dire santità!
Gesù predicava: «lasciate che i pargoli vengano a me», allora io dico a Lei:«riprenda il colloquio con la gente, si vesta di quei panni talari a cui un giorno ha dedicato il suo futuro e la sua vita, e umilmente intraprenda una vita insieme, un cammino insieme, anche e soprattutto per riavvicinare alla Fede e alla Chiesa quegli animi esacerbati e ostili, che non aspettano altro che un condottiero che li riporti alla retta via!»
Ad Maiora, Don!!!!

Ortodonico rivive un nuovo “Don Camillo e Peppone”, scontro tra parroco e confraternita

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