Vallo della Lucania, nuova udienza del processo Mastrogiovanni: sentiti due dei 18 imputati. Tanti gli interrogativi del comitato “Giustizia e Verità per Franco”

| di
Vallo della Lucania, nuova udienza del processo Mastrogiovanni: sentiti due dei 18 imputati. Tanti gli interrogativi del comitato “Giustizia e Verità per Franco”

Prosegue il processo sul caso Mastrogiovanni: al tribunale di Vallo della Lucania, quella di martedì, è stata la sesta udienza del 2012 del processo che vede imputati sei medici e 12 infermieri del reparto psichiatrico San Luca di Vallo per la morte di Francesco Mastrogiovanni, il maestro elementare di Castelnuovo Cilento morto la notte del 4 agosto 2009 dopo 83 ore di contenzione ininterrotta.

Con l’udienza di martedì si entra nel vivo del processo; cinque imputati dei sette presenti dichiarano di non volersi sottoporre all’esame per cui vengono sentiti solo due medici: Michele Di Genio, primario del reparto di psichiatria e Michele Della Pepa.

Sentito Michele Di Genio. Il medico, nel periodo in cui Mastrogiovanni è stato ricoverato in TSO all’ospedale di Vallo, era il direttore del dipartimento di salute mentale dell’ex ASL SA/3. Al pm Martuscelli, Di Genio dichiara che non è il primario del reparto di psichiatria nel quale è morto Mastrogiovanni e che all’epoca dei fatti non era in servizio ma in ferie.

Aggiunge che, per il servizio psichiatrico di diagnosi e cura (SPDC), ossia per la struttura comunemente denominata reparto di psichiatria, non è prevista la figura di primario e che per il SPDC all’epoca aveva nominato sostituto Rocco Barone, al quale aveva delegato ogni compito circa la gestione del reparto psichiatrico.

Dice, poi, d’aver fatto installare le telecamere nel 1994 e che come direttore del dipartimento si limitava ad impartire direttive mentre Barone firmava le cartelle cliniche su sua delega: «Su cento cartelle, ne ho firmato solo 5 o 6».

Alle domande su Francesco Mastrogiovanni Di Genio afferma: «Al farmaco, se non basta da solo, si aggiunge la contenzione» e aggiunge di non essere mai stato in servizio durante i periodi di ricovero della vittima. Ha anche dichiarato che la contenzione dev’essere un fatto eccezionale, con controlli ogni 3-4 ore e dichiara di non sapere perché la contenzione, che va annotata in cartella, si è prolungata per tre giorni, anche perché il paziente – da quello che sa – ha commesso solo violenze verbali.

«Non sta dicendo il vero!», lo accusa l’avvocato Caterina Mastrogiovanni. Per cui Di Genio precisa di essere stato presente presso il reparto solo il 31 luglio (giorno dell’arrivo del paziente) ma di non averlo visto, e il 3 agosto per pochi secondi quando ha fatto ingresso, sia pure per pochi secondi, nella stanza dove erano ricoverati il paziente Mancoletti e Mastrogiovanni.

«Le condizioni di Francesco Mastrogiovanni erano apparentemente buone», dichiara il medico. E aggiunge anche che lo conosceva perché ad Acciaroli avevano bevuto un caffè insieme e quando lo ha trovato nel reparto si sono salutati anche dandosi la mano.

Alla domanda dell’avvocato Michele Capano al dottor Di Genio: «se veniva informato delle emergenze che si verificavano nel reparto e la contenzione è un’emergenza perché non è stato chiamato, informato della contenzione praticata a carico di Francesco Mastrogiovanni? », il pm ha osservato: «E’ un eccesso di piaggeria da parte dell’avvocato!», e il presidente del tribunale,  non ha ammesso la successiva domanda di Capano: «Ci sono stati altri decessi nel reparto?».

La questione delle ferie. Di Genio, rispondendo all’avvocato D’Aiuto, ha precisato che le ferie le chiede a se stesso e che risponde solo al direttore generale, non ha orari e in caso di assenza è tenuto solo a comunicare il nome del sostituto.

Sentito Michele Della Pepa. Lo psichiatra, in servizio dalle 20 del 31 luglio alle 8 del 1° agosto 2009, prima chiede di non essere ripreso dalle telecamere delle televisioni locali poi risponde alle domande del pm e afferma: «L’unica colpa che ho è di non aver controllato che la contenzione non fosse scritta in cartella. Però il mio errore non ha nuociuto al paziente».

Continua: «Alle 20:00 Mastrogiovanni aveva fatto già 10 fiale ed era in uno stato di semi-incoscienza e ho preferito sospendere la terapia farmacologica. Ho optato per la terapia infusionale anche perché era una serata d’estate. Una persona in media assume 2 litri, 2 litri e mezzo di liquidi nell’arco di un periodo di 24 ore. In dodici ore al paziente con la terapia infusionale sono stati somministrati liquidi per un litro».

Per Della Pepa la contenzione a cui è stato sottoposto Mastrogiovanni non era particolarmente rigida, poteva anche stare seduto e ha dichiarato: «Vedere un paziente contenuto non è bello» e dice anche che la sua è stata un’attività frenetica tant’è che durante la notte si è recato nella stanza 35 volte per controllarlo e anche gli infermieri hanno fatto altrettanto.

Un degente può arrivare anche a 5-6 giorni senza alcuna alimentazione – dichiara ancora – e nel caso di Mastrogiovanni, per lo stato in cui versava, era sconsigliato alimentarlo.

A domanda dell’avvocato Caterina Mastrogiovanni ammette che la contenzione porta all’agitazione; infatti – ancora secondo le dichiarazioni di Della Pepa – il paziente era sedato ed agitato.

Intanto, per gli altri imputati l’udienza è prevista per il 10 aprile. C’è attesa, però, per la deposizione di Rocco Barone, medico al quale Michele Di Genio aveva affidato il compito di responsabile del reparto di psichiatria dell’ospedale San Luca di Vallo della Lucania e che ha dato la direttiva di procedere ad applicare la misura della contenzione a Mastrogiovanni.

Gli interrogativi del Comitato Giustizia e Verità per Mastrogiovanni: «Perchè Francesco Mastrogiovanni è stato sottoposto a contenzione meccanica quando dal video non risulta alcuno STATO DI NECESSITA’ che ne giustifichi l’utilizzo? ». E ancora: «Come ammesso dal dottor Della Pepa nell’udienza di martedì 27 marzo 2012 a Francesco, in poche ore – dalle 12 circa del 31 luglio 2009 alle ore pomeridiane delle stesso giorno – vengono somministrate ben dieci fiale di potenti psicofarmaci, perchè tanto accanimento “terapeutico” se Francesco – come si vede chiaramente dal video – non ha per nulla un comportamento aggressivo e violento?».

Gli interrogativi, quindi, non si placano. Quali sono i doveri di un medico? E soprattutto, quali i diritti dei pazienti?

ARTICOLI CORRELATI:

Vallo della Lucania, processo Mastrogiovanni: “Mastrogiovanni paragonato a Cossiga!”

Vallo della Lucania, continua il processo sul caso Mastrogiovanni: saranno sentiti gli ultimi quattro consulenti della difesa degli imputati

Vallo della Lucania, nuova udienza del processo Mastrogiovanni: deposizione dei consulenti tecnici della difesa

Vallo della Lucania, nuova udienza del processo Mastrogiovanni martedì 28 febbraio

Caso Franco Mastrogiovanni, svolto a Salerno l’incontro-dibattito con l’associazione “Nessuno tocchi Caino”

Vallo della Lucania, ripreso il processo sul caso Mastrogiovanni: il comitato decide di pubblicare il video integrale

Salerno, venerdì incontro-dibattito “Contro la morte di Stato”. Approfondimento sul caso Mastrogiovanni

Vallo della Lucania, processo Mastrogiovanni: prossima udienza il 14 febbraio

Vallo della Lucania, processo Mastrogiovanni: sentiti i testi degli imputati

Mastrogiovanni e Vassallo: il destino li fa scontrare e la follia ne spezza le vite

Il caso sulla morte di Franco Mastrogiovanni diventa uno spettacolo teatrale: intervista a Giancarlo Guercio

“Quem Queritis? – Il caso Mastrogiovanni”: domani a Vallo della Lucania

“Quem queritis?” in pillole. Il backstage dello spettacolo di Giancarlo Guercio ispirato al caso Mastrogiovanni

Lo spettacolo teatrale di Giancarlo Guercio, “Quem queritis? – Il caso Mastrogiovanni”, al “La Provvidenza” di Vallo della Lucania il 7 dicembre

Vallo della Lucania, ripreso il processo sul caso Mastrogiovanni: assenti molti dei diciotto imputati

 A ‘Che tempo che fa’, il caso Mastrogiovanni, una delle storie più toccanti del libro di Luigi Manconi

 Mastrogiovanni, l’ennesima vittima sacrificata al protagonismo… come Sara Scazzi!

 Caso Mastrogiovanni. Quando l’indifferenza è un reato morale

 Al via il processo, diversi i movimenti che chiedono “Verità e giustizia per Franco”

 A “Mi manda Rai3” il video del calvario del maestro più alto del mondo

 Direttore sanitario: c’era “un motivo ben preciso” che giustificava il Tso

 Che cosa e chi ha convinto un sindaco ad effettuare un TSO su Mastrogiovanni?

 Vallo:ad un mese dal decesso, resta un giallo la morte del professore di Castelnuovo Cilento

 Vallo della Lucania: morte in psichiatria. Per i medici sono solo falsità

Consigliati per te

©Riproduzione riservata