Casal Velino, «Casa sul mare abusiva? Verificheremo»

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Casal Velino, «Casa sul mare abusiva? Verificheremo»

di Marianna Vallone

La vicenda porta le lancette dell’orologio ad almeno trent’anni fa. Siamo nel territorio comunale di Casal Velino, dove una costruzione privata di due livelli da diversi anni è nuovamente al centro di una polemica. A sollevarla, nella giornata del Paesaggio, è l’architetto Eleonora Sciré, responsabile dell’Area Funzionale VI della Soprintendenza Beni Architettonici e Paesaggistici di Salerno e Avellino.

Una costruzione troppo vicina all’acqua, una casa vista mare, che a causa del cambiamento climatico, si trasforma in una casa col mare dentro. «E’ un abuso che da decenni sfregia la costa cilentana proprio sotto la nota Torre di Velia inserita nell’omonimo parco archeologico, ma che, inspiegabilmente, non si riesce a far demolire», spiega il funzionario. «Un costruito che grazie a massicce opere di difesa sui tre lati, resiste arrogantemente alla forza del mare nel quale da vari anni, oramai, si addentra. La “casa nell’acqua” è una costruzione privata che impatta in modo particolarmente negativo nel paesaggio rappresentando un ostacolo fisico e percettivo, interrompendo bruscamente la continuità dell’arenile e ledendo la vista dei quadri naturali altrimenti godibili», ha spiegato la Scirè in una nota. 

«La proprietà ha presentato un’istanza di condono ex lege n. 47/1985 per il solo fabbricato, d’altronde una qualsiasi richiesta di sanatoria è improponibile per la massicciata che la circonda.Le autorizzazioni paesaggistiche rilasciate dal Comune di Casal Velino sul condono sono state più volte annullate da questa Soprintendenza le cui motivazioni, seppure dopo lunghi anni di contenziosi, sono state riconosciute fondate e valide dal Tribunale Amministrativo Regionale della Campania, sez. di Salerno, con sentenza n. 11168/2010 e, quindi, dal Consiglio di Stato – sez. VI con la sentenza n. 2333/2018», ha aggiunto la responsabile.

«Verificheremo con l’ufficio tecnico comunale qual è la situazione attuale. E’ una casa costruita diversi decenni fa e sulla quale ora non sono aggiornato», ha detto il vicesindaco di Casal Velino, Domenico Giordano, che ha da poche settimane ereditato in via temporanea la guida del comune cilentano, retto dalla sindaca Silvia Pisapia.

Scirè ha evidenziato che «nonostante la casa nell’acqua sia diventata uno dei simboli maggiormente conosciuti dell’illegalità della zona, resta al suo posto protetta, oltre che dalla scogliera, anche dal perpetrarsi delle inadempienze degli uffici comunali».

La natura intanto si sta vendicando: il mare, anno dopo anno, si è riappropriato degli spazi che l’uomo aveva occupato. A Casal Velino, e non solo lì, perché sono diversi i centri del Cilento “sfregiati” da colate di cemento senza alcuna autorizzazione, la casa è arrivata a stare quasi in acqua, perché, come racconta chi vive quei luoghi, negli anni Settanta, era permesso realizzare villette per il soggiorno estivo nella campagna, alle spalle della spiaggia. C’era chi lo faceva per viverci, chi per tornarci in vacanza. Una pratica sbagliata, non lecita, ma diffusa un po’ ovunque lungo la costa italiana. Ma che ora diventa anche difficile abbattere per le richieste di condono. Perché se c’è la legge, chi ha costruito ne approfitta. Insomma, un cane che si morde la coda. Perché condono o meno, non c’è evidenza giudiziaria che tenga e possa dare risposte: quelle case che aggrediscono il mare rischiano di essere sventrate dall’erosione. Prima o poi.

La casa di Casal Velino quando fu costruita si trovava ad un centinaio di metri dalla battigia, nella campagna, con l’erosione costiera la struttura si è ritrovato in quella posizione, così a ridosso del mare.

«E’ un costruito che, grazie a massicce opere di difesa sui tre lati, resiste arrogantemente alla forza del mare nel quale da vari anni, oramai, si addentra», ha aggiunto la Scirè nella nota. «L’erosione in continua evoluzione nel litorale compreso tra gli abitati dislocati a mare di Casal Velino e di Ascea, particolarmente accentuata alla foce del fiume Alento, sta, infatti, alterando la bellissima spiaggia la quale ha contribuito a rendere questi luoghi delle note mete per la balneazione, ma gli abusi, che per altro hanno favorito loro stessi tale criticità, sino ad ora permangono».

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