San Costabile sia il patrono del Parco

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San Costabile sia il patrono del Parco

San Costabile Gentilcore sia proclamato patrono del Parco nazionale del Cilento e Vallo di Diano. La richiesta arriva direttamente dal Consiglio comunale di Castellabate che lo scorso 27 gennaio ha varato una delibera per formalizzare la richiesta, rivolta al presidente Amilcare Troiano e al presidente della comunità del Parco, Angelo Vassallo, di attivare le procedure necessarie per l’auspicato riconoscimento. Su proposta del sindaco Costabile Maurano, che già nei mesi scorsi aveva rivolta la stessa proposta al presidente Troiano, il Consiglio comunale ha votato la delibera all’unanimità.
San Costabile Gentilcore, fondatore e patrono di Castellabate, nonché compatrono della diocesi di Vallo della Lucania, è l’unico santo cilentano il cui culto è stato riconosciuto dal Papa Leone XIII nel 1893. Nato nella contrada Tresino nel 1064, entrò nel monastero benedettino di Cava de’ Tirreni all’età di 7 anni, per dedicarsi al servizio divino sotto la guida dell’abate San Leone. Alla morte dell’abate San Pietro (1123), di cui era stato coadiutore, divenne il quarto abate della badia cavense. Nel breve periodo del suo governo iniziò la costruzione di un castello a difesa delle popolazioni cilentane, intorno al quale si sviluppò il centro abitato di Castellabate. Amministrò i beni abbaziali che si estendevano anche oltre il Cilento con tecniche produttive che valorizzarono socialmente i terreni incolti. Fu un esempio di mitezza, di purezza, di umiltà e di amorevole carità verso i confratelli. Morì improvvisamente il 17 febbraio 1124 e fu sepolto all’interno della badia, accanto ai suoi predecessori, dove ancora oggi riposa.
Il Comune di Castellabate lo riconosce come suo fondatore e lo venera, ma la devozione nei suoi confronti è molto viva anche nelle popolazioni della costa e dell’entroterra. Nel 1979 fu nominato patrono secondario della diocesi di Vallo, dopo il passaggio di 15 parrocchie cilentane dalla badia di Cava a questa diocesi.
Nella sua iconografia è sempre presente un giglio bianco, simbolo della purezza e mitezza ma anche dell’amore verso il territorio e l’ambiente. Il santo si impegnò, in effetti, nella rivalutazione dei beni incolti adottando un sistema agrario-giuridico molto favorevole al coltivatore e nello stesso tempo vantaggioso per la produttività del territorio cilentano, anticipando di secoli l’interesse, la custodia e valorizzazione dell’ambiente che sono tra gli scopi primari del Parco nazionale del Cilento e Vallo di Diano.
San Costabile rappresenta, quindi, un esempio di amministratore e custode di una natura rispettata e utilizzata per lo sviluppo dell’uomo, la cui attualità va colta anche nel messaggio del papa in occasione della giornata mondiale della pace 2010“Se vuoi coltivare la pace, custodisci il creato”. Di qui la proposta di riconoscerlo come patrono dell’area protetta

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