Eboli, bufera sul Comune per post definito xenofobo: polemiche e accuse trasversali
| di Luigi Martino
Sta facendo discutere il contenuto di un post pubblicato – e poi rapidamente rimosso – dalla pagina ufficiale del Comune di Eboli. Il testo, che voleva essere un chiarimento in merito al sequestro di due esercizi commerciali a Santa Cecilia per carni conservate in condizioni igienico-sanitarie non idonee, ha scatenato reazioni durissime da parte di forze politiche, associazioni e cittadini.
Nel post istituzionale si specificava che i sequestri riguardavano “esercizi commerciali gestiti da extracomunitari” e si rassicurava la cittadinanza sottolineando che “non vi è alcun pericolo per i consumatori che si servono nelle altre attività presenti sul territorio”.
Un chiarimento che, nei fatti, ha acceso gli animi. Da Sinistra Italiana – sezione di Eboli – è arrivata una dura condanna: «Con sgomento abbiamo letto un messaggio che alimenta la xenofobia anziché tutelare la salute pubblica. Invece di limitarsi a informare su un episodio riguardante la sicurezza alimentare, il Comune ha scelto di colpevolizzare un’intera fascia della popolazione, gettando discredito sugli esercizi gestiti da cittadini extracomunitari. Un messaggio politicamente e socialmente inaccettabile».
La polemica è divampata anche a poche ore di distanza da un altro episodio che ha scosso la politica cittadina: durante una seduta della commissione bilancio, si è verificato uno scontro verbale tra il comandante della Polizia municipale, Daniele De Sanctis, e il consigliere comunale di Forza Italia, Giuseppe Norma. Quest’ultimo ha poi ricevuto la solidarietà non solo dal suo partito, ma anche da Fratelli d’Italia, Partito Democratico e Italia Viva.
Il tema della sicurezza, dunque, infiamma il dibattito politico e civile. Il post pubblicato dal Comune ha rapidamente fatto il giro dei social, suscitando indignazione tra molti cittadini, al punto da costringere l’amministrazione alla rimozione del contenuto.
Sulla vicenda è intervenuta anche Francesca Scoti, medico di famiglia e membro del direttivo dell’associazione Dunyaa, da tempo impegnata in progetti interculturali: «Quello utilizzato dal Comune è un linguaggio non consono a una comunicazione istituzionale. Attribuire problemi igienico-sanitari a una provenienza etnica non solo è scientificamente scorretto, ma anche profondamente irrispettoso. Il post è stato cancellato, ma non basta un clic per cancellare le idee che lo hanno generato».
Intanto, in attesa di una presa di posizione ufficiale da parte dell’amministrazione comunale guidata dal sindaco Mario Conte, il caso continua a far discutere. L’episodio riaccende i riflettori su come venga gestita la comunicazione pubblica e su quanto possa essere determinante, nel bene o nel male, il linguaggio utilizzato da chi rappresenta le istituzioni.
©Riproduzione riservata