In mostra 30 tele di Enzo Infante, il pittore innamorato della terra salernitana

| di
In mostra 30 tele di Enzo Infante, il pittore innamorato della terra salernitana

riceviamo e pubblichiamo

Anche quest’anno le Fiere di Vallo, nel rispetto di una ormai consolidata tradizione, daranno ampio spazio all’arte come momento aggregante e segno di un impegno costante per la promozione del territorio cilentano.
In coincidenza della “Fiera dell’artigianato” e di “Sposissima 2010”, in programma dal 4 all’8 dicembre nei padiglioni di Vallo della Lucania, verranno esposte trenta opere pittoriche di Enzo Infante, il carismatico pittore nativo di Gioi Cilento e scomparso nel 2000. La mostra sarà inaugurata sabato 4 dicembre alle ore 17 e resterà aperta al pubblico fino a mercoledì 8, dalle 8.30 alle 20.30.

«Era doveroso, per chi promuove cultura nel territorio, dedicare un ricordo a questo maestro che con i suoi 70 anni di pittura ha onorato il ventesimo secolo e magnificato l’arte e la terra salernitana spiega il direttore artistico, architetto Giuseppe Ianni – Questa mostra vuole infatti celebrare l’opera di Enzo Infante, l’uomo e il suo vissuto tempestoso, sempre alla ricerca dell’essenza della vita nella pittura, oltre ogni confine, misurandosi con la contemporaneità, fonte inesauribile per i suoi approfondimenti in una tavolozza sempre più universale».

Il percorso espositivo offre, dunque, un viaggio negli ultimi 60 anni di pittura, per riscoprire correnti e movimenti, ai quali Infante diede il suo contributo con tematiche sempre nuove e fluttuanti. La mostra racconta visivamente la sua storia pittorica, fatta di alternanze compositive, ma tutte intrise di “storia umana”, dove le figure trasmettono le conflittualità interiori dell’uomo, a volte esaltanti, altre volte espresse in pacate malinconie. Nella rassegna figurano alcuni suoi autoritratti dalle forti espressioni cromatiche, opere che ritraggono i figli adolescenti e bambini, oltre a due tele dedicate alla consorte Teresa.

Infante, terminata l’Accademia delle belle arti di Napoli, si impegnò negli anni del colonialismo in Eritrea e poi in Etiopia alla corte di Aille Selassiè, come decoratore e affreschista. Successivamente abitò a Salerno dove fu attivo nelle decorazioni del Teatro Verdi con i fratelli Avallone, poi per un lungo periodo a Cava de’ Tirreni, partecipando agli eventi artistici dell’intera provincia. Entusiasmato dai successi, lasciò il Salernitano per stabilirsi nel 1957 a Livorno, dove operò per un trentennio, imbevendosi di quel verismo che lo portò a confronto con i grandi maestri toscani, i quali lo affiancheranno nelle innumerevoli collettive tenute in sedi rappresentative di enti e note gallerie del centro nord. Negli anni della piena maturità passò da un realismo narrativo ad un verismo di maniera, seguito dal modernismo della nuova figurazione degli anni Settanta, cimentandosi con le nuove tendenze e virando per una sua tavolozza diventò meno vigorosa, ma dall’accresciuta forza compositiva.

Consigliati per te

©Riproduzione riservata