All’università si discute di misure efficaci per proteggere gli appalti dalla malavita

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All’università si discute di misure efficaci per proteggere gli appalti dalla malavita

Un forte investimento nelle opere pubbliche. Il presidente dell’Ance di Salerno, Antonio Lombardi, non ha dubbi: "per arginare gli effetti della crisi e creare nuove opportunità di sviluppo, occorre investire in questo settore e garantire legalità e trasparenza". Ieri mattina, all’università degli studi di Salerno, il convegno organizzato dai costruttori salernitani sul rapporto tra appalti e legalità diventa occasione per un’analisi approfondita dello stato attuale del comparto edile pubblico. Oggetto di uno sblocco di fondi di quasi nove miliardi da parte del Cipe.

Appalti pubblici che, spesso, sono affidati a procedure di gara al massimo ribasso. "La legalità – specifica Antonio Lombardi – mal si concilia con il criterio del massimo ribasso che spesso premia proprio chi opera al di fuori delle regole".
Da qui la proposta, lanciata dal presidente dell’Ance di Salerno, di istituire, presso le prefetture delle province italiane, degli elenchi di fornitori certificati, a cui le amministrazioni pubbliche fanno riferimento per l’assegnazione dei singoli lavori, attraverso bandi ad evidenza pubblica legati all’offerta economicamente più vantaggiosa. Proposta immediatamente colta dal prefetto di Salerno, Sabatino Marchione, che specifica che "sebbene Salerno non registri la presenza di organizzazioni malavitose, esistono spunti che fanno mantenere alta la guardia, soprattutto per quanto attiene il riciclaggio del denaro sporco". Per Marchione c’è necessità di una convergenza completa tra privati ed amministrazioni pubbliche. In tal senso, circa venti comuni della provincia hanno sottoscritto un protocollo d’intesa con la Prefettura, che prevede una serie di verifiche preliminari alle gare, per evitare infiltrazioni della malavita.
Sono le cordate, secondo il procuratore della repubblica del tribunale di Salerno, Franco Roberti, moderatore del convegno, le strutture "societarie" più frequentemente usate dalla malavita organizzata. "Bisogna tenere alta la vigilanza sulle cosiddette cordate – spiega Roberti – perché più imprese che si accordano e presentano offerte con scarti minimi l’una dall’altra in modo da condizionare la gara, non fanno altro che garantire la vittoria ad un’impresa della cordata e mettere a tacere le eventuali altre imprese partecipanti".
Altro tema legato alle infiltrazioni della malavita organizzata all’interno degli appalti pubblici riguarda la sicurezza dei cantieri. "Spesso – ribadisce Raimondo Pasquino, rettore dell’ateneo salernitano, che ospita il convegno – la presenza della malavita negli appalti si traduce nella realizzazione di interventi estremamente scadenti, che provocano incidenti, crolli e danni alla collettività, giacché le aziende della malavita possono lucrare solo risparmiando sulle condizioni di sicurezza e sulla qualità dei materiali".
Uno strumento che potrebbe tutelare le amministrazioni pubbliche, soprattutto quelle di piccole dimensioni, dalle infiltrazioni criminali è, come spiegato dal prefetto di Latina, Bruno Frattasi, l’attivazione di "stazioni uniche appaltanti da istituire presso le Province o le Prefetture. Anche se – continua Frattasi – il problema più grave sopraggiunge spesso nella fase di cantierizzazione dell’opera, quando si fanno avanti le cosiddette mafie locali per imporre mano d’opera, forniture di materiali, o l’individuazione delle cave".

FONTE: http://www.denaro.it/

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