Degrado e abbandono alla cappella di Santa Maria, tra atti vandalici, erbacce e onde radar

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Degrado e abbandono alla cappella di Santa Maria, tra atti vandalici, erbacce e onde radar

Il degrado accoglie i visitatori da subito. Appena giunti sul sagrato della Cappella di Santa Maria sul Monte della Stella, nel Cilento, ci si rende conto che la malerba la fa da padrone, cingendo la struttura in un abbraccio di sterpaglia e ortiche. Volgendo lo sguardo in su ci si accorge poi che il simbolo della croce cristiana posto in cima all’antica cappella ha perso un pezzo e la grondaia sta cedendo. Ma sono solo i primi timidi segnali dell’abbandono che pervade questa piccola ma importante testimonianza di fede cristiana: il peggio deve ancora venire. È alle spalle dell’antica chiesetta che incontriamo il vero scempio: una batteria per automobili è stata incendiata ai piedi della cabina elettrica. Il bagno di recente ristrutturato è completamente distrutto. Affianco, un cumulo di calcinacci ricopre l’antico ambiente destinato alle funzioni corporali, un’ importante testimonianza – minacciata da balordi e dall’incuria – che daterebbe il complesso ben al di là del periodo attualmente ipotizzato. Il rifacimento attuale risale infatti al 1683 ma si ritiene appunto che la chiesa insista su di un più antico impianto medioevale. Ma i recenti atti di vandalismo ai danni dell’antica cappella sono solo la punta di un iceberg ben più grande operato sul Monte della Stella. Ma procediamo con ordine.

LE EMISSIONI ELETTROMAGNETICHE – Nei pressi della chiesa un traliccio alto 20 metri sostiene decine di antenne che irradiano segnali televisivi e radiofonici. Le potenze erogate dai trasmettitori televisivi sono dell’ordine delle decine di kilowatt mentre di quelli radiofonici possono raggiungere anche potenze di 5 Kw. San Mauro Cilento è il paese più esposto, a meno di 500 mt in linea d’aria dal traliccio. Le statistiche delle malattie tumorali nel centro abitato parlano di una media nettamente superiore a quella nazionale.

IL RADAR – La base radar posta per il controllo del traffico aereo dei settori est del Tirreno Centrale e del Tirreno meridionale è gestita dalla Vitrociset. L’area è protetta da grossi muri in cemento armato probabilmente contenenti anche lastre di piombo, che servono per schermare la base. Nulla è dato sapere circa la potenza del radar e soprattutto la sua eventuale pericolosità. Di certo si sa che spesso alle auto in sosta capita che al momento dell’accensione vada in tilt la centralina.

LA CITTA’ PERDUTA – Documenti risalenti all’anno mille indicano la presenza di un grosso centro abitato fortificato presente sul Monte della Stella; identificato come Castellum Cilenti, l’antico insediamento longobardo avrebbe dato poi il nome all’intera regione del Cilento. Eppure le ipotesi circa l’origine dell’antico insediamento vanno molto più indietro nel tempo. Osservando le rovine sulla cima del monte l’insigne studioso Vincenzo Capobianco negli anni ‘40 ebbe a sostenere che si trattasse dell’antica città di Petilia, capitale dei lucani. La forma dei grossi monoliti in pietra sapientemente intagliati che si riscontrano sulla cima del monte infatti ricordano da vicino le costruzioni del IV – V sec A.C. Ma una ricerca sistematica è impossibile da condurre: l’impianto della base radar ha sconvolto irrimediabilmente il vertice del monte alterando lo stato dei luoghi fino ad una profondità di 7 metri; a stento è stata risparmiata l’antica cappella di Santa Maria che come vediamo è minacciata purtroppo da nuovi e più moderni mali: l’incuria dell’uomo.

di Antonio Cangiano, da corrieredelmezzogiorno.corriere.it

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